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Pena di morte La Cina deve dire la verità
In Cina le informazioni riguardo il ricorso alla pena capitale rimangono un segreto di stato mentre le autorità mettono a morte ogni anno migliaia di persone. Ad affermarlo Amnesty International, nel pubblicare il proprio rapporto sulla pena capitale nel mondo per l’anno 2016. -
Sud Sudan Necessario affrontare le conseguenze devastanti del conflitto sulla salute mentale
Persone costrette a mangiare carne umana e a sbudellare cadaveri: sono solo alcune tra le migliaia di persone che – in un paese afflitto da una cronica mancanza di assistenza sanitaria per le malattie men-tali – soffrono a causa dei traumi subiti e dello stress psicologico causato dalla guerra civile del Sud Sudan, iniziata nel 2013. Lo denuncia Amnesty International, nel quinto anniversario dalla nascita del paese. -
Social media Twitter non protegge abbastanza le donne dalle aggressioni online
A dispetto delle ripetute promesse, Twitter non fa ancora abbastanza per proteggere le donne dalla violenza e dagli insulti online. Lo rivelano nuove analisi effettuate da Amnesty International. -
Pena di morte 2021 Aumento delle esecuzioni a livello mondiale – Iran e Arabia Saudita i maggiori esecutori
Nel 2021 si è registrato un aumento preoccupante di esecuzioni e condanne a morte mentre alcuni dei boia più prolifici al mondo sono tornati a operare come al solito e i tribunali si sono liberati dalle restrizioni legate al Covid-19. È quanto afferma Amnesty International nel presentare il proprio rapporto annuale della pena di morte nel mondo. -
Rapporto annuale di Amnesty International 2017/18 Il mondo scosso dalla retorica dell'odio
Il mondo subisce le spaventose conseguenze di una retorica dell’odio che minaccia di normalizzare la discriminazione esercitata contro dei gruppi marginalizzati. È quanto sottolinea Amnesty International in occasione della presentazione del proprio Rapporto annuale 2017/18 sulla situazione dei diritti umani nel mondo. Anche la Svizzera finisce sotto la lente, ed è criticata per i rinvii in condizioni disumane in nome del regolamento Dublino e per la non conformità di certe iniziative con il diritto internazionale.
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