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Davos In tempi di crisi i leader mondiali privilegiano la protezione degli affari a scapito dei diritti umani
L’incapacità dei governi di regolamentare efficacemente le attività delle im-prese ha un impatto devastante sui diritti dei più deboli. Nel giorno di apertura del Forum economico mondiale (WEF), ... -
Diritto senza frontiere Rispetto dei diritti umani: un obbligo per le multinazionali svizzere
La Svizzera deve imporre regole chiare e vincolanti per garantire il rispetto dei diritti umani e degli standard ambientali da parte delle imprese con sede nel nostro paese, ovunque esse siano ... -
Serate-dibattito "Vol Spécial" di Fernand Melgar
Amnesty International, i Cineclub della Svizzera Italiana, il Movimento dei Senza Voce e SOS Ticino in-vitano alle proiezioni del documentario “Vol Spécial” di Fernand Melgar, Premio ecumenico e ... -
Diritto senza frontiere Le multinazionali svizzere devono rispettare i diritti umani
Il Consiglio federale ed il Parlamento devono garantire, con regole vincolanti, che le imprese con sede in Svizzera rispettino i diritti umani e gli standard ambientali ovunque nel mondo. E’ quello che chiede la campagna «Diritto senza frontiere», che riunisce una cinquantina di organizzazioni. I diritti umani e la protezione dell’ambiente sono questioni troppo importanti per lasciarle al beneplacito delle imprese. La campagna beneficia del sostegno del Consigliere agli Stati Dick Marty. Questo specialista dei diritti umani chiama la Svizzera a stabilire regole chiare nell’interesse anche della sua propria reputazione. -
Aiuto d’urgenza: una via senza uscita 20'000 firme a sostengono della petizione
Amnesty International, Solidarités sans frontières, l’Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati (OSAR) e l’Osservatorio svizzero sul diritto d’asilo e degli stranieri hanno consegnato oggi una petizione accompagnata da oltre 20'000 firme alla Consigliera federale Simonetta Sommaruga. I firmatari chiedono di alleviare il regime dell’aiuto urgente al quale sono sottomessi i richiedenti l’asilo respinti o toccati da una decisione di non entrata in materia. Le firme sono state raccolte dalle quattro organizzazioni nell’ambito di una campagna lanciata nel mese di febbraio che ha toccato tutta la Svizzera, e nata per protestare contro le condizioni precarie e spesso problematiche alle quali sono sottomesse le persone che dipendono da questo regime.
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