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Pena di morte 2021 Aumento delle esecuzioni a livello mondiale – Iran e Arabia Saudita i maggiori esecutori
Nel 2021 si è registrato un aumento preoccupante di esecuzioni e condanne a morte mentre alcuni dei boia più prolifici al mondo sono tornati a operare come al solito e i tribunali si sono liberati dalle restrizioni legate al Covid-19. È quanto afferma Amnesty International nel presentare il proprio rapporto annuale della pena di morte nel mondo. -
Covid-19 L'attacco globale alla libertà di espressione sta avendo un impatto pericoloso sulla crisi della salute pubblica
In tutto il mondo gli attacchi alla libertà di espressione da parte dei governi combinati con un dilagare della disinformazione durante la pandemia di Covid-19 hanno avuto un impatto devastante sulla capacità delle persone di accedere a informazioni accurate e tempestive utili per aiutarle a far fronte alla crisi sanitaria globale. È quanto afferma Amnesty International in un nuovo rapporto. -
Hong Kong “La legge sulla sicurezza nazionale ha causato un’emergenza dei diritti umani”
In un rapporto pubblicato il 30 giugno Amnesty International ha denunciato che la Legge sulla sicurezza nazionale, entrata in vigore a Hong Kong un anno prima su volere del governo di Pechino, ha decimato la libertà, illegittimamente criminalizzato il dissenso e via via eroso le protezioni sui diritti umani. -
Cina Nello Xinjiang crimini contro l'umanità
Uiguri, kazaki e altre minoranze etniche prevalentemente musulmane nella regione autonoma cinese dello Xinjiang uiguro sono sistematicamente confrontate con l'incarcerazione di massa organizzata dallo stato, la tortura e la persecuzione che equivalgono a crimini contro l'umanità. Lo ha dichiarato Amnesty International lanciando oggi un rapporto dedicato alla regione, accompagnato da una nuova campagna. -
Myanmar Un vasto arsenale di truppe dispiegato durante la violenta repressione delle manifestazioni.
In tutto il Myanmar si assiste a un crescente impiego da parte dell'esercito del paese di tattiche e armi sempre più letali - viste normalmente sul campo di battaglia - contro manifestanti pacifici e passanti. Lo rivela una nuova ricerca condotta da Amnesty International.
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