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Ucraina Attacchi indiscriminati da parte dei militari russi durante l'invasione dell'Ucraina
L'invasione russa dell'Ucraina è stata segnata da attacchi indiscriminati contro aree civili e colpi a oggetti protetti come gli ospedali, ha dichiarato oggi Amnesty International. L'organizzazione ha documentato tre incidenti durante i quali ritiene che siano stati uccisi almeno sei civili, mentre almeno altri 12 sono stati feriti. Gli attacchi indiscriminati violano il diritto internazionale umanitario (le leggi della guerra) e possono costituire crimini di guerra. -
Russia/Ucraina Preoccupazione crescente per i diritti umani e le vite civili
Dopo l'attacco condotto su più fronti dalla Russia contro l'Ucraina, Amnesty International chiede il rispetto incondizionato delle leggi internazionali sui diritti umani e del diritto internazionale umanitario. -
Svizzera "Solo sì significa sì" rimane la soluzione migliore
La Commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati ha fatto un passo importante nella riforma del codice penale in materia di reati sessuali. Secondo il progetto di legge, si considera lo stupro sarà riconosciuto se la volontà della vittima è stata ignorata. La coercizione non è più un prerequisito. Tuttavia, optando per la soluzione "no vuol dire no", la maggioranza della commissione ha perso un'importante opportunità di proteggere in modo completo l'autodeterminazione sessuale. -
Etiopia I civili dell’Amhara vittime di uccisioni, stupro e saccheggi da parte delle forze del Tigray
Combattenti affiliati al Fronte di liberazione del popolo tigrino (Tigrayan People’s Liberation Front - TPLF) hanno deliberatamente ucciso decine di persone, violentato in gruppo decine di donne e ragazze - alcune anche di 14 anni - e saccheggiato proprietà private e pubbliche in due aree della regione Amhara dell'Etiopia settentrionale. Lo ha dichiarato Amnesty International oggi nel presentare un nuovo rapporto. -
New York Il riconoscimento facciale rafforza le pratiche razziste di controllo e perquisizione della polizia
I newyorkesi che vivono in aree a maggior rischio per la pratica del stop-and-frisk (ferma-e-perquisisci) da parte della polizia sono anche più esposti alla tecnologia invasiva del riconoscimento facciale. Lo rileva una nuova ricerca di Amnesty International e dei suoi partner.
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