Casi del mese

Dalla sua nascita, nel 1974, il Gruppo Ticino di Amnesty International si impegna concretamente per le vittime di violazioni dei diritti umani, ovunque nel mondo. La diffusione sul territorio cantonale degli Appelli internazionali di Amnesty International raccoglie l'adesione di centinaia di persone nella Svizzera Italiana. Qui è possibile scaricare i casi, pubblicati mensilmente, contribuendo grazie all'invio di una semplice cartolina alla difesa dei diritti fondamentali di persone altrimenti dimenticate.

Partecipare all'azione è semplice.

Dopo aver scaricato il documento PDF del caso scelto, si può ricopiare il testo suggerito su una cartolina, firmare, e spedire al destinatario indicato.

Altrimenti il documento può essere stampato, per ritagliare il formulario già pronto, firmare e incollare su una normale cartolina prima di spedire per posta.

Nella scelta delle cartoline chiediamo di prestare la massima attenzione, privilegiando paesaggi o immagini il più neutre possibile così da non turbare le diverse sensibilità culturali e religiose.

Ogni cartolina, ogni firma, conta!

Grazie mille!

Appelli attuali

USA

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Il 30 maggio scorso il giornalista Andrea Sahouri è stato fermato dalla polizia dello Iowa mentre assisteva ad una manifestazione pubblica del movimento Black Lives Matter.

Nonostante si fosse identificato come giornalista è comunque stato “irrorato” con gas lacrimogeni e poi ammanettato, prima di essere caricato su un furgone della polizia.

Malgrado i numerosi interventi in suo favore il giornalista è tuttora accusato di “essersi rifiutato di allontanarsi dal luogo della manifestazione” e di “aver intralciato il lavoro della polizia” come se, per un giornalista, coprire un avvenimento pubblico costituisse reato.

Amnesty International chiede che tutte le accuse contro Andrea Sahouri siano ritirate.

Attivati con Amnesty per la liberazione di Andrea, colpevole solo di aver fatto il suo lavoro. (PDF)

VIET NAM

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Chau Van Kham, un panettiere settantenne che viveva in Australia, è stato arrestato nel 2019 subito dopo essere giunto in Viet Nam. È stato poi condannato a 12 anni di carcere per aver militato, una quarantina di anni fa, in un partito ora illegale.

Da quando è in detenzione non ha mai potuto incontrare i suoi familiari e tanto meno dei legali che lo possano difendere. Attualmente soffre di ipertrofia prostatica, di spondilosi cervicale e di diabete, ma non riceve le cure di cui avrebbe bisogno.

Amnesty lo ritiene un prigioniero di coscienza e ne chiede pertanto la liberazione immediata ed incondizionata.

Unisciti a noi, sostieni Chau Van Kham: scrivi alle autorità vietnamite. (PDF)

IRAN

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La curda-iraniana Zeynab Jalalian è stata arrestata nel marzo del 2008 per aver sostenuto il diritto della sua etnia ad avere uno Stato. Durante i primi otto mesi di detenzione (in isolamento) è stata ripetutamente torturata da agenti dei servizi segreti, al punto da subire serie conseguenze fisiche e psichiche fra le quali una emorragia cerebrale che le ha causato notevoli disturbi alla vista.

Nel giugno scorso Zeynab Jalalian è risultata positiva al COVID-19. In seguito a pressioni interne e internazionali è stata successivamente trasferita in diverse carceri: da Shar-e-Rey a Kermanshah e poi a Yazd, dove è attualmente detenuta. In tutte queste strutture gli uomini dei servizi segreti hanno fatto “pressioni” su di lei affinché confessasse le sue colpe, promettendole in cambio delle buone cure contro le gravi conseguenze della sua malattia e un definitivo trasferimento nel carcere di Khoj, nelle vicinanze del domicilio dei suoi familiari.

Amnesty International chiede che siano rapidamente applicate le decisioni prese dalle Nazioni Unite in merito alle detenzioni arbitrarie, liberando immediatamente e senza condizioni Zeynab Jalalian. Chiede inoltre che possa beneficiare delle cure mediche di cui necessita e che non sia più sottoposta a torture o trattamenti crudeli e disumani.

Zeynab ha bisogno del nostro sostegno: scrivi anche tu alle autorità iraniane! (PDF)