Sei anni fa, la vita non era facile per Maung Sawyeddollah, ma gli piaceva giocare a calcio esognava di diventare medico. Nel 2017, quando aveva 15 anni, la sua vita è stata sconvolta. L'esercito del Myanmar ha scatenato una pulizia etnica
contro la popolazione Rohingya, una minoranza etnica che nel paese ha dovuto affrontare decenni di gravi discriminazioni da parte dello Stato. Migliaia di persone Rohingya sono state uccise, violentate, torturate e interi villaggi sono stati bruciati.
Temendo per la propria vita, Sawyeddollah e la sua famiglia hanno camminato per 15 giorni fino al Bangladesh, raggiungendo il campo profughi di Cox's Bazar, dove vivono tuttora.
Sawyeddollah ora vuole diventare un avvocato, e ottenere giustizia per le sofferenze che lo circondano. Oltre a studiare, si batte affinché il proprietario di Facebook, Meta, si assuma la responsabilità del contributo della sua azienda alle atrocità. Anni prima degli attacchi, gli algoritmi di Meta hanno amplificato l'odio anti-Rohingya su Facebook, alimentando la violenza dei militari del Myanmar. Sawyeddollah e la sua famiglia hanno perso tutto, ma non la speranza.
Lui e la sua comunità chiedono a Meta di riparare al suo ruolo nelle atrocità, finanziando anche programmi educativi a Cox's Bazar. È convinto che l'istruzione aiuterà a ricostruire le vite distrutte della sua comunità.
Chiedi che Meta fornisca un rimedio efficace a Sawyeddollah e alle comunità Rohingya.
Firma l'appello online (in francese).