I danni causati dal cambiamento climatico nel mondo intero, con le temperature elevate, le gravi inondazioni o le siccità prolungate sono un segnale d’allarme per l’umanità tutta. Oltre a causare danni ambientali, la crisi climatica ha un impatto importante sui diritti umani, come il diritto alla vita, alla salute, all’alimentazione, all’alloggio e ai mezzi di sussistenza. Questo riguarda anche la Svizzera e lo status quo può rivelarsi fatale.
Amnesty International condivide l’obiettivo della legge sul clima di raggiungere l’obiettivo di emissioni nette pari a zero al più tardi entro il 2050 e chiede anche che le fonti di energia fossile siano abbandonate il più rapidamente possibile. Chiediamo a tutti i governi di introdurre rapidamente misure volte a impedire l’aumento di 1.5°C delle temperature e di mettere in atto una protezione del clima rispettosa dei diritti umani così da ridurre le disuguaglianze.
La legge svizzera sul clima mostra la via per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette e fissa pure gli obiettivi per permettere al nostro paese di pianificare la transizione energetica in tutta sicurezza, contribuendo a limitare gli effetti perversi del riscaldamento climatico. Ma i referendisti rifiutano di vedere le conseguenze drammatiche della crisi climatica e sferzano così un colpo fatale ai primi passi decisivi definiti nella legge. Di fronte all’urgenza Amnesty unisce la propria voce alla campagna sulla legge sul clima e invita tutte e tutti a mobilitarsi affinché il “sì” la spunti alle urne. La protezione del clima non è un banale buon proposito: di fronte all’emergenza dobbiamo inviare un messaggio chiaro – per il nostro futuro e quello delle generazioni a venire.