© Ambroise Héritier
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Dossier - Iniziativa popolare «Diritto svizzero anziché giudici stranieri» Un tutto indissociabile

Amnesty International - agosto 2018
Il 25 novembre 2018 gli elettori svizzeri si esprimeranno sull'iniziativa "per l'autodeterminazione" promossa dall'UDC. La posta in gioco è molto alta per ogni cittadino svizzero, per questo Amnesty International è scesa in campo invitando a votare un chiaro "NO", in nome dei diritti umani. Questo articolo è inserito in un approfondimento sul tema pubblicato nella rivista Amnesty del mese di agosto 2018 (testi originali in tedesco o francese).

I diritti umani possono essere in opposizione con i diritti popolari? Un commento sulla democrazia come opera d’arte totale.

di Andreas Gross, politologo e specialista della democrazia. Membro del Consiglio Nazionale e del Consiglio d’Europa dal 1991 al 2015, vive a Saint-Ursanne (Ju). www.andigross.ch

 

Come fratelli siamesi, i diritti popolari e i diritti umani sono stati generati dallo stesso movimento, durante la fase democratica della Rivoluzione francese. I rivoluzionari hanno sostituito la sovranità del re con la sovranità popolare. Hanno elaborato una Costituzione democratica che fa di questa sovranità popolare l’unica fonte di legittimazione del potere politico. Essa era fondata da una parte sui diritti fondamentali o diritti umani, dall’altra sui diritti popolari, detti “partecipativi”. Per il nocciolo democratico dei rivoluzionari questi diritti includevano il diritto di voto dei cittadini (all’epoca unicamente gli uomini), il diritto di pronunciarsi tramite referendum sulle leggi parlamentari e quello di richiedere leggi di questo genere tramite le iniziative popolari.

La sovranità del popolo implica contemporaneamente libertà positive e negative. Tra le libertà negative troviamo il diritto garantito a ognuno di essere protetto da un pregiudizio causato da un potere politico, qualunque esso sia. In una democrazia fondata sullo Stato di diritto, nessuna maggioranza (governativa, parlamentare o popolare) è quindi autorizzata ad ignorare, limitare o mettere in dubbio i diritti fondamentali di una minoranza o di un individuo.

Proprio questo intende fare l’Unione democratica di centro (UDC) con la sua iniziativa “per l’autodeterminazione”. E non è la prima volta! L’iniziativa “per il rinvio di criminali stranieri” (2010) e l’ “iniziativa per l’attuazione” (2016) andavano già in questa direzione. Tutte queste iniziative suggeriscono che è lecito iscrivere nella Costituzione federale il diritto della maggioranza di aggirare i principî dello Stato di diritto, di rifiutare di proteggere i diritti fondamentali e arrogarsi piena autorità sul destino delle persone, senza permettere a un tribunale di esaminare il loro caso con la cura necessaria. All’UDC non importa che il comportamento della maggioranza dei votanti sia contrario alla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), ma soprattutto contrario alla nostra Costituzione, anch’essa adottata da una maggioranza delle cittadine e dei cittadini svizzeri. Ed è per spazzare via quest’ultimo ostacolo che il partito di estrema destra ha lanciato la sua iniziativa “per l’autodeterminazione”, sottoposta al voto popolare il 25 novembre prossimo. Non ha però notato che altre disposizioni costituzionali renderebbero illegale questa presa di potere da parte di una maggioranza dei cittadini.

Il progetto di limitare i diritti umani tramite un’iniziativa e una votazione popolare dimostra una concezione monca della democrazia. La democrazia è infatti un’ “opera d’arte totale”, un mosaico composto da una moltitudine di tasselli di cui fanno parte allo stesso modo i diritti umani, i diritti popolari e la regola della maggioranza. Ridurre la democrazia a uno solo di questi elementi significa averla già persa. In una democrazia nel vero senso del termine, il potere della maggioranza è sempre limitato da dei contro-poteri, per esempio i tribunali o i diritti umani. Servirsi dei diritti popolari per tentare di sconvolgere questo equilibrio non rafforza la democrazia ma, al contrario, porta alla sua distruzione.