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Economia e diritti umani Nuova iniziativa per multinazionali responsabili!

6 gennaio 2025
La coalizione per multinazionali responsabili ha lanciato una nuova iniziativa popolare. Presto, infatti, la Svizzera sarà l’unico paese in Europa senza una legge efficace in materia di responsabilità delle imprese. Questo deve cambiare: anche le multinazionali svizzere devono rispettare i diritti umani e le norme ambientali nelle proprie attività commerciali. Amnesty Svizzera fa parte della coalizione dal 2011.

Nel novembre 2020, l’iniziativa per multinazionali responsabili era stata accolta dalla maggioranza della popolazione ma non aveva ottenuto la maggioranza dei cantoni. Ad oggi nel nostro paese non esiste una regolamentazione forte ed efficace in materia di responsabilità delle imprese. Il contro-progetto alla nostra iniziativa è entrato in vigore a inizio 2022, ma non fa altro che incoraggiare le multinazionali a produrre rapporti di attività su carta patinata. Nel frattempo, l’Unione Europea si è dotata di una regolamentazione vincolante. La Svizzera marcia sul posto. È ora di agire. La nuova iniziativa popolare permette di fare pressione sulle autorità e sul parlamento.

Legislazione vincolante nell’Unione Europea (UE)

Nel maggio 2024, l’Unione europea si è dotata di una legislazione vincolante sulla responsabilità delle imprese. Questa direttiva obbliga le multinazionali di tutti i paesi dell’Unione europea a rispettare i diritti umani e le norme ambientali nelle loro attività commerciali e a ridurre le emissioni nocive per il clima. Il rispetto di questi obblighi sarà controllato, in ogni paese, da un’autorità di sorveglianza nazionale abilitata a imporre delle multe. Inoltre, le vittime di violazioni dei diritti umani e di danni ambientali per i quali sono responsabili delle multinazionali con sede nell’UE potranno intentare causa davanti in tribunale per ottenere le giuste riparazioni.

 


COSA PREVEDE LA DIRETTIVA EUROPEA SULLA RESPONSABILITÀ DELLE MULTINAZIONALI (CSDDD)

La nuova direttiva si applica a tutte le grandi multinazionali  la cui sede si trova in un paese dell’UE, che impiegano più di 1'000 persone nel mondo e che realizzano un fatturato di almeno 450 milioni di euro. La Direttiva nclude i seguenti quattro elementi:

  • Dovere di diligenza
    Le multinazionali devono assicurarsi di non violare i diritti umani e le norme ambientali nell’ambito delle loro attività commerciali. Questo riguarda per esempio l’acquisto di materie prime o l’impiego di pesticidi altamente tossici.
  • Obblighi climatici
    Le multinazionali devono elaborare un piano per conciliare le proprie attività commrciali con l’obiettivo degli accordi di Parigi sul clima e mettere in atto questo piano. Devono tenere in considerazioni le proprie emissioni dirette e indirette.
  • Sorveglianza
    L’UE prevede la creazione, in ogni Stato membro, di una sorveglianza indipendente che verifica il rispetto degli obblighi previsti dalla direttiva e che, in caso di infrazione, può ordinare che sia ristabilito l’ordine secondo la legge e/o imporre delle sanzioni in funzione della cifra di affari.
  • Responsabilità civile
    Se una violazione del dovere di diligenza causa dei danni, le vittime devono avere la possibilità di chiedere un indennizzo alla multinazionale in questione. In alcuni casi, l’UE prevede anche una responsabilità per i danni causati dai fornitori.

La direttiva è entrata in vigore nel luglio 2024 e gli Stati membri dell’UE devono attuarla nella propria legislazione nazionale entro due anni.


La situazione in Svizzera

Nel 2020, la popolazione ha detto Sì all’iniziativa per multinazionali responsabili. Nonostante sia stata accettata dal 50,7% di chi ha votato, il testo non ha ottenuto la maggioranza dei cantoni.

Questa iniziativa è stata sostenuta da un’ampia alleanza di organizzazioni della società civile (tra cui anche Amnesty International), di rappresentanti di tutti i partiti, di persone attive nell’economia e dalle Chiese. Migliaia di persone volontarie si sono impegnate in tutto il paese durante la campagna di votazione.

Il contro-progetto del Consiglio federale alla nostra iniziativa, entrato in vigore a inizio 2022, è solo un progetto alibi che è ben lontano dalle nuove esigenze europee: prevede essenzialmente un dovere di rendicontazione, con un dovere di vigilanza unicamente nell’ambito del lavoro minorile e dell’estrazione di minerali di conflitto. Ma in caso di abusi, le multinazionali svizzere non devono rendere conto delle proprie azioni e le vittime non hanno accesso alla giustizia. Questo malgrado l’accesso alla giustizia e alle riparazioni costituisca uno dei tre pilastri dei Principi guida dell’ONU in materia di imprese e diritti umani, adottati all’unanimità dal Consiglio dei diritti umani nel 2011. La svizzera ha sviluppato un Piano d’azione nazionale di messa in atto di questi principi (recentemente aggiornato dall’amministrazione federale), ma questo piano si concentra principalmente su misure di incoraggiamento e di sensibilizzazione e conta su iniziative volontarie. Ma senza basi legali efficaci la Svizzera non potrà garantire che le nostre multinazionali rispettino i diritti umani e proteggano l’ambiente nell’ambito delle proprie attività commerciali.

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La nuova iniziativa in Svizzera: perché è necessaria?

Durante la campagna di votazione del 2020, il Consiglio federale ha ribadito più volte che la Svizzera voleva agire in modo «coordinato a livello internazionale» e mettere le aziende in Svizzera e nell’UE «sullo stesso piano».

Ma consultando la carta dell’Europa ci si rende conte che, se non agisce rapidamente attuando le misure necessarie, la Svizzera rischia di diventare l’unico paese d’Europa senza responsabilità delle multinazionali.

Nel dicembre 2022, esattamente a due anni dal voto sull’iniziativa per multinazionali responsabili, gli iniziativisti hanno depositato una petizione alla Cancelleria federale, accompagnata da ben 217'509 firme raccolte in soli 100 giorni. La petizione chiedeva al Consiglio federale e al Parlamento di introdurre una legge efficace sulla responsabilità delle multinazionali, in linea con quanto stava avvenendo nell’UE. Ma né il Consiglio federale, né il Parlamento hanno reagito a questa petizione. Questo nonstante in Svizzera sia necessaria una legislazione efficace visto che le nostre multinazionali sono attive ben oltre le nostre frontiere nazionali.

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Multinazionali svizzere implicate in scandali

Numerosi scandali che hanno coinvolto delle grandi aziende svizzere sono stati portati all’attenzione dell’opinione pubblica. Nel novembre 2022 anche Amnesty International ha pubblicato un rapporto che mostrava come l’azienda Puma Energy, basata a Ginevra e Singapore, era implicata nella consegna di carburante all’aviazione della giunta militare in Myanmar.

La Svizzera è anche il paese in cui hanno la propria sede le grandi associazioni sportive quali il CIO o la FIFA. Come le multinazionali, anche queste associazioni sono tenute a rispettare i diritti umani e proteggere l’ambiente poiché i Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani, così come quelli dell’OCSE per la condotta d’impresa responsabile, si applicano anche a loro. Amnesty ha però denunciato a più riprese le mancanze della FIFA in questo ambito, come in occasione dei Mondiali di calcio in Qatar e per quanto riguarda l’attribuzione della Coppa del mondo 2034 all’Arabia Saudita.

La nuova regolamentazione europea va ben oltre il contro-progetto indiretto all’iniziativa votata nel 2020

Questa tabella mostra chiaramente le lacune del contro-progetto attualmente in vigore in Svizzera:  

La nuova regolamentazione europea va ben oltre

La nuova iniziativa popolare riprende gli elementi della nuova legge europea, senza però aggiungere la responsabilità civile per i danni causati dai fornitori. Su questo aspetto la direttiva europea è più incisiva.


AppeLlo!

Abbiamo bisogno del vostro sostegno per vincere la sfida!

Per il lancio della nuova iniziativa per multinazionali responsabili, la coalizione di cui fa parte anche Amnesty si è data un obiettivo ambizioso: vogliamo raccogliere le 100'000 firme necessarie in soli 30 giorni!

Per raggiungere questo obiettivo gruppi di persone volontarie hanno previsto un gran numero di bancarelle in tutta Svizzera, anche in Ticino. Ma abbiamo ancora bisogno di persone che ci aiutino a raccogliere queste firme durante il mese di gennaio! Potresti partecipare per due ore alla raccolta firme in Ticino? Ti puoi iscrivere direttamente sul sito della coalizione

Trovi maggiori informazioni sul perché dell’impegno di Amnesty in questa campagna nell’intervista a Danièle Gosteli Hauser, responsabile Economia e Diritti Umani della Sezione svizzera, pubblicata nella nostra rivista : «Jouer selon les règles».