Quattro risultati dell’indagine
Per la prima volta, l’indagine condotta da gfs.bern fornisce delle cifre precise sulla prevalenza delle aggressioni sessuali e di altre forme di violenza sessuale in Svizzera. Tra il 16 marzo e il 15 aprile 2019, sono state interrogate 4'495 donne e ragazze di un’età superiore ai 16 anni residenti in Svizzera. Sono stati combinati tre e metodi di indagine (indagine telefonica, formulario on-line e indagine partecipativa on-line) e poi ponderati per essere rappresentativi di tutte le donne che vivono in Svizzera.
I risultati mostrano che il 22% delle donne in Svizzera hanno subito degli atti sessuali non consensuali, il 12% hanno avuto un rapporto sessuale contro la loro volontà. “È spaventoso constatare fino a che punto le donne parlino poco delle aggressioni sessuali vissute, anche all’interno della loro cerchia più stretta. Quasi la metà delle donne toccate (49%) tiene per sé l’episodio di violenza sessuale. Solo l’8% di loro hanno denunciato l’episodio alla polizia,” ha dichiarato Cloé Jans di gfs.bern presentando i risultati durante una conferenza stampa a Berna.
Sono molte le forme di aggressione sessuale diffuse nel nostro paese. Il 40% delle donne in Svizzera teme di subire delle molestie sessuali nella sua vita quotidiana. Oltre la metà (59%) sono già state vittime di molestie sotto forma di contatti, abbracci o baci non desiderati.
Un numero scioccante di casi non segnalati
“I risultati dell’indagine sono scioccanti. Essi rivelano che i casi registrati nelle statistiche della polizia sulla criminalità rappresentano solo la punta dell’iceberg. In Svizzera le aggressioni sessuali restano impunite nella grande maggioranza dei casi,” ha dichiarato Manon Schick, direttrice generale di Amnesty Svizzera. Nel 2018 la polizia ha registrato un totale di 1'291 infrazioni legate alla violazione dell’integrità sessuale (atti osceni e stupri) (dati Statistiche della polizia sulla criminalità 2018).
Secondo gli esperti giuridici e i centri di sostegno alle vittime, un diritto penale obsoleto così come falsi miti sullo stupro, largamente diffusi nella società e nel sistema giudiziario, spiegano l’impunità di cui godono gli autori di stupri.
“Le violenze sessuali hanno delle gravi conseguenze sulla vita delle vittime. Ma il torto causato alle persone toccate viene spesso minimizzato. I falsi miti sulle vittime e sullo stupro discolpano l’aggressore e gettano discredito sulla credibilità delle donne, dando loro la colpa. Questi miti fanno sì che le vittime si sentano sminuite, e impediscono loro di chiedere aiuto e denunciare i fatti,” ha sottolineato Agota Lavoyer di LANTANA, servizio di aiuto alle vittime di aggressioni sessuali.
Non compatibile con la Convenzione di Istanbul
La Convenzione di Istanbul, convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, è entrata in vigore in Svizzera nell’aprile 2018. Secondo questa Convenzione, lo stupro e qualsiasi attività sessuale con un’altra persona senza il suo consenso devono essere definite come infrazioni penali (articolo 36). Nel codice penale svizzero attuale però i rapporti sessuali senza consenso non sono sempre considerati come stupro (articolo 190 CP). Per far sì che un’aggressione sessuale o lo stupro siano considerati come tali deve sempre esserci un mezzo di coercizione, ovvero l’autore deve “minacciare” la vittima, ”fare uso di violenza”, “esercitare pressioni psicologiche” o “renderla inetta a resistere”. Se non ci sono stati mezzi di coercizione, in Svizzera l’atto non viene considerato come una grave violazione dell’integrità sessuale, anche se la vittima ha chiaramente detto “no”.
Sulla base di un’analisi giuridica, Amnesty International conclude che il diritto penale svizzero in materia di reati contro l’integrità sessuale non è conforme alle norme internazionali relative ai diritti umani, a partire dalla Convenzione di Istanbul, e deve essere adattato. Questa richiesta è anche coerente con le risposte date nell’ambito dell’indagine. Dal punto di vista di una netta maggioranza delle donne infatti i rapporti sessuali senza consenso reciproco dovrebbero essere considerati stupro. L’84% delle donne interrogate è totalmente d’accordo o piuttosto d’accordo con questa richiesta.
Tre quarti delle donne auspicano che la società e la politica facciano di più per lottare contro la violenza e le molestie sessuali, e ritengono che le donne siano troppo spesso ritenute responsabili quando sono vittime di aggressioni o di molestie sessuali.
Riforma del diritto penale in materia di sessualità
Nora Scheidegger, avvocata ed esperta in diritto penale svizzero in materia di infrazioni contro l’integrità sessuale, auspica l’introduzione di una nuova infrazione base che renda l’atto sessuali senza consenso reciproco un’infrazione punibile di principio, proteggendo così maggiormente il diritto all’autodeterminazione sessuale. “La Svizzera dispone di un diritto penale in materia di reati sessuali obsoleto, che dovrebbe essere totalmente riformato,” ha dichiarato.
“Oggi molte vittime sono in una posizione di debolezza in tribunale e non ottengono giustizia. Poiché la norma in materia di stupro presuppone la coercizione, si chiede indirettamente alla vittima di difendersi. Questo è profondamente problematico poiché la “paralisi involontaria” o lo “choc” sono delle reazioni fisiologiche e psicologiche molto frequenti in concomitanza con la violenza sessuale.”
“Il fatto che la pratica giuridica si concentri sulla resistenza e la violenza, invece che sulla mancanza di consenso, non riconosce la vera posta in gioco: l’ingiustizia centrale non è la coercizione o la violenza, ma il non rispetto dell’autodeterminazione sessuale,” ha dichiarato Martino Mona, professore di diritto penale. “È imperativo mostrare alle persone toccate che il diritto penale in materia di reati sessuali riconosce il mancato consenso come una grave ingiustizia.”
Petizione indirizzata alla Consigliera federale Karin Keller-Sutter
In una petizione, Amnesty International chiede alla Consigliera federale Karin Keller-Sutter e al Dipartimento federale di Giustizia e Polizia di presentare delle proposte di riforma del diritto penale affinché tutti gli atti sessuali senza consenso reciproco siano punibili. La petizione chiede inoltre la formazione obbligatoria e continua dei magistrati, della polizia e degli avvocati nella presa a carico delle vittime di violenza sessuale, come pure la raccolta sistematica di dati e la realizzazione di studi sul trattamento delle infrazioni contro l’integrità sessuale nel sistema giudiziario svizzero.
Con una nuova campagna nazionale, Amnesty Svizzera si prefigge di sensibilizzare l’opinione pubblica e i responsabili politici al fatto che le violenze sessuali sono una grave violazione dei diritti umani e mira a identificare azioni possibili per contrastarla.
Firmate la petizione alla Signora Consigliera federale Karin Keller-Sutter