Con i Giochi invernali del 2022, il governo cinese cerca di mostrare l'evoluzione della Cina dai Giochi estivi del 2008, evidenziando il suo status di superpotenza e distogliendo l'attenzione dalla questione dei diritti umani. Questo equivale a uno sportwashing, ovvero la Cina sta usando i Giochi per cercare di migliorare la propria immagine sulla scena internazionale, approfittando del glamour e del prestigio dello sport e dell'interesse pubblico per questi eventi per nascondere il proprio deplorevole bilancio in materia di diritti umani.
La comunità internazionale deve cogliere questa opportunità per ricordare alla Cina che per essere un leader mondiale responsabile e per essere visto come tale dagli altri, è imperativo che rispetti i diritti umani e sia veramente impegnata nel sistema internazionale dei diritti umani. Non dovrebbe essere permesso di usare i Giochi per coprire la situazione dei diritti umani in patria. I diritti umani devono essere al centro dell'attenzione quest'inverno a Pechino.
Cinque casi specifici per illustrare la morsa di Pechino
Durante i Giochi invernali, Amnesty International invita il mondo a celebrare cinque persone che sono state imprigionate, detenute o che sono scomparse dopo aver esercitato il proprio diritto alla libertà di espressione. Tutti appartengono a comunità che sono state particolarmente colpite dai continui attacchi del governo cinese alla libertà di espressione e ai diritti umani correlati. Hanno dimostrato un coraggio da campioni olimpici semplicemente per essersi espressi pacificamente e aver rifiutato di cedere alla repressione. Il loro immediato rilascio sarebbe un primo importante passo pubblico da parte del governo cinese per dimostrare adeguatamente il proprio genuino impegno a proteggere meglio i diritti umani di tutti i suoi cittadini in conformità con gli standard internazionali dei diritti umani e la Carta Olimpica.
Amnesty International chiede alle autorità cinesi di rilasciare i cinque senza indugio e sollecita la comunità internazionale a fare pressione per il loro rilascio:
- La citizen journalist Zhang Zhan, condannata a quattro anni di prigione per i reportage sulla realtà del COVID-19 in Cina.
- L'accademico uiguro Ilham Tohti, condannato all'ergastolo per aver suggerito approcci costruttivi per porre fine alla disparità di trattamento dei gruppi etnici in Cina.
- La difensore dei diritti umani Li Qiaochu, detenuta per aver denunciato le torture delle autorità cinesi.
- L'avvocato ed ex prigioniero di coscienza Gao Zhisheng, scomparso nel 2017 poco dopo aver pubblicato le proprie memorie sui suoi anni di detenzione e tortura per mano delle autorità cinesi.
- Il monaco tibetano Rinchen Tsultrim, condannato a quattro anni e mezzo di prigione per aver espresso le sue opinioni politiche online.
Secondo la legge e gli standard internazionali sui diritti umani, nessuno dovrebbe essere imprigionato solo per aver esercitato il proprio diritto alla libertà di espressione o qualsiasi altro diritto umano. Durante le Olimpiadi invernali di Pechino, la comunità internazionale deve insistere affinché il governo cinese inizi finalmente a seguire le regole dei diritti umani. La Cina deve rilasciare immediatamente queste cinque persone e smettere di molestare e perseguitare coloro che esercitano pacificamente i loro diritti.