"Il 45% delle persone intervistate pensa che la soluzione "Solo sì significa sì" tuteli meglio le persone esposte alla violenza sessuale. La soluzione "No vuol dire no" ha ottenuto solo il 27% di opinioni positive. Solo una piccola minoranza del 13% è favorevole al mantenimento dello status quo nel codice penale sessuale", ha spiegato Cloé Jans di gfs.bern presentando i risultati durante una conferenza stampa tenutasi a Berna. "Il sostegno a un moderno diritto penale sessuale è particolarmente alto tra coloro che sono oggettivamente più colpiti dalle violenze sessuali: donne, giovani e persone queer."
Tra i 18-35enni, il 50% crede che la soluzione del consenso sia l'opzione migliore per proteggere le persone colpite, il 25% sostiene la soluzione "No vuol dire no" e il 14% vuole mantenere la regolamentazione attualmente in vigore nel codice penale, che riconosce lo stupro se commesso con coercizione.
Una visione problematica della disponibilità sessuale
La grande maggioranza delle e dei residenti in Svizzera afferma di essere premurosa quando si tratta di relazioni e rapporti sessuali. Si assicurano che l'altra persona abbia esplicitamente dato il proprio consenso, rispettano i limiti e non impongono o tollerano comportamenti trasgressivi.
Come sottolinea Cloé Jans, "lo studio evidenzia però ripetutamente la presenza di gruppi di persone le cui risposte indicano comportamenti e atteggiamenti problematici. Quasi una persona su cinque considera il consenso dato una volta in passato come un consenso valido anche per il sesso nel presente. Una persona su dieci pensa che sia consenso se la persona è addormentata ed è altrimenti sempre consenziente. Uno su dieci ritiene che in certe circostanze sia accettabile fare sesso con il/la partner senza il suo consenso." Queste opinioni problematiche sulla disponibilità sessuale sono molto più diffuse tra gli uomini che tra le donne.
"La società ha a lungo tollerato l'idea che, in materia di sessualità, gli uomini si "servano" a piacimento. Questa mentalità non è completamente scomparsa. Tuttavia, i risultati dall'indagine mostrano una tendenza incoraggiante. Sempre più uomini ritengono che sia normale, per la durata di un rapporto sessuale, preoccuparsi che le persone coinvolte si sentano bene. Purtroppo, questo messaggio non ha ancora raggiunto tutti", lamenta Markus Theunert di männer.ch.
Un sondaggio di gfs.bern condotto nel 2019 aveva messo in luce la scioccante realtà delle violenze sessuali in Svizzera: almeno una donna su cinque ha subito atti sessuali non consensuali dall'età di 16 anni in poi e più di una donna su dieci ha avuto un rapporto sessuale contro la sua volontà.
Azione politica necessaria
Secondo l'indagine attuale, una netta maggioranza delle persone intervistate (58%) ritiene che spetti soprattutto al parlamento prendere provvedimenti per combattere la violenza sessuale in Svizzera.
"Esortiamo i parlamentari ad assumersi le proprie responsabilità nella lotta contro le violenze sessuali", ha dichiarato Alexandra Karle, direttrice di Amnesty Svizzera, "Il codice penale sessuale deve basarsi sulle realtà e sui bisogni di chi è più a rischio di violenze sessuali. La Svizzera si aspetta un codice penale sessuale basato sul principio del consenso."
Il codice penale svizzero in materia di reati contro l'integrità sessuale non è conforme agli standard internazionali sui diritti umani, come la Convenzione di Istanbul. Amnesty International sta facendo attivamente pressione per l'introduzione della soluzione del consenso nel codice penale sessuale svizzero e per una nuova definizione del reato di stupro. Un gran numero di organizzazioni, esperti, politici di vari partiti e persone che hanno subito violenza sessuale hanno sostenuto questa richiesta durante la consultazione, chiedendo al Consiglio Federale e al Parlamento di agire. Il Consiglio degli Stati esaminerà la riforma nella sessione estiva.
Importanza della prevenzione e significato del nuovo codice penale sessuale
Gli abitanti della Svizzera ritengono che un sì esplicito è il modo più sicuro per garantire che il sesso sia consensuale. Ma molte persone trovano ancora difficile parlare di sesso e dei loro bisogni sessuali. Il 54% ha difficoltà nel parlare delle proprie preferenze sessuali, bisogni e limiti e il 34% fatica nel valutare cosa vuole l'altra persona.
"Queste cifre mostrano che ci sono lacune nell'educazione e nella prevenzione, ma anche nella legge", ha affermato Cyrielle Huguenot, responsabile del tema Diritti delle Donne per Amnesty Svizzera, "Il tema della comunicazione e del consenso reciproco deve essere affrontato di più nelle scuole e dobbiamo renderlo più visibile nella società. Ma anche facendo un lavoro di prevenzione efficace, sarebbe peccato se poi la legge trasmettesse il messaggio che nel sesso tutto è lecito finché qualcuno dice 'no' o 'stop'. È importante che il codice penale sessuale mandi un segnale chiaro alla società: gli atti sessuali devono essere sempre basati sul reciproco consenso."