© Amnesty International
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RAPPORTO ANNUALE 2023/24 - Communicato stampa Un collasso senza precedenti del diritto internazionale

24 aprile 2024
Il mondo sta raccogliendo le conseguenze dell'escalation di conflitti e del collasso del diritto internazionale. Il rapido sviluppo dell'intelligenza artificiale (AI) rischia di accelerare l'indebolimento dello Stato di diritto. Questa la constatazione di Amnesty International in occasione del lancio del suo Rapporto Annuale che analizza lo stato dei diritti fondamentali in 155 Paesi.

"Il rapporto di Amnesty International dipinge un quadro di allarmante repressione dei diritti umani e di molteplici violazioni delle regole internazionali, in un contesto di crescenti disuguaglianze a livello globale, di rivalità tra superpotenze per la supremazia e di un peggioramento della crisi climatica", ha dichiarato Agnès Callamard, Segretaria Generale di Amnesty International.

"Il palese disprezzo di Israele per il diritto internazionale è aggravato dal fallimento dei suoi alleati nel porre fine al bagno di sangue inflitto alla popolazione civile di Gaza. Eppure, molti di questi alleati sono stati gli stessi architetti del sistema giuridico messo a punto dopo la Seconda Guerra Mondiale. Di fronte alla continua aggressione della Russia contro l'Ucraina, alla proliferazione dei conflitti armati e alle massicce violazioni dei diritti umani in Paesi come il Sudan, l'Etiopia e il Myanmar, l'ordine mondiale basato sul diritto è minacciato di estinzione."

L'inosservanza del diritto, le discriminazioni e l'impunità nei conflitti e in altri ambiti sono stati favoriti dall'uso incontrollato di tecnologie nuove e conosciute che ora vengono abitualmente utilizzate come armi da attori militari, politici e aziendali. Le piattaforme dei giganti della tecnologia alimentano i conflitti. Gli spyware e gli strumenti di sorveglianza di massa sono utilizzati per compromettere i diritti e le libertà fondamentali, mentre i governi impiegano strumenti automatizzati per colpire i gruppi più emarginati della società.

"La proliferazione e la diffusione non regolamentata di tecnologie come l'AI generativa, il riconoscimento facciale e gli spyware sta portando ad un aumento senza precedenti delle violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale", ha dichiarato Agnès Callamard.

I civili pagano il prezzo più alto

Le azioni di molte grandi potenze hanno pregiudicato la credibilità del multilateralismo e indebolito l'ordine mondiale basato sulle regole stabilito a partire dal 1945.

A Gaza le prove di crimini di guerra continuano ad aumentare, mentre il governo israeliano svuota di significato il diritto internazionale. Dopo i terribili attacchi di Hamas e di altri gruppi armati del 7 ottobre, le autorità israeliane hanno risposto con implacabili attacchi aerei contro aree civili popolate, spesso spazzando via intere famiglie, sfollando con la forza quasi 1,9 milioni di palestinesi e limitando l'accesso agli aiuti umanitari disperatamente necessari, a fronte della diffusione della carestia a Gaza.

Per mesi, quando era essenziale una risoluzione a favore del cessate il fuoco, gli Stati Uniti hanno sfacciatamente usato il proprio potere di veto per paralizzare il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, continuando ad armare Israele con munizioni che sono state utilizzate per commettere probabili crimini di guerra. Sono evidenti anche i doppi standard di Paesi europei come il Regno Unito e la Germania, che hanno giustamente protestato contro i crimini di guerra commessi dalla Russia e da Hamas, pur sostenendo le azioni delle autorità israeliane e americane in questo conflitto.

"La sconcertante incapacità della comunità internazionale di proteggere dalla morte migliaia di civili nella Striscia di Gaza occupata, tra cui un'alta percentuale di bambini, dimostra chiaramente che le stesse istituzioni create per proteggere i civili e difendere i diritti umani sono ora incapaci di svolgere il proprio ruolo. Ciò che abbiamo visto nel 2023 conferma che molte grandi potenze stanno abbandonando i valori fondanti dell'umanità e dell'universalità sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani", ha dichiarato Agnès Callamard.

Il rapporto di Amnesty International rileva anche flagranti violazioni delle regole da parte delle forze russe, che proseguono la propria invasione su larga scala dell'Ucraina. Il documento condanna gli attacchi indiscriminati contro aree civili densamente popolate e infrastrutture dedicate alla produzione di energia o all'esportazione di grano, nonché l'uso della tortura e di altri maltrattamenti contro i prigionieri di guerra. A ciò si aggiunge la massiccia contaminazione dell'ambiente con atti come la distruzione della diga di Kakhovka, in gran parte attribuita alle forze russe.

In Sudan, entrambe le parti in conflitto, le Forze Armate Sudanesi e le Forze di Supporto Rapido, hanno mostrato scarsa attenzione per il diritto internazionale umanitario. Hanno condotto attacchi mirati o indiscriminati che hanno ucciso e ferito civili e hanno sparato munizioni esplosive da aree densamente popolate, uccidendo un totale di 12.000 persone nel 2023. Più di otto milioni di persone sono state costrette a fuggire, la più grande crisi di sfollamento al mondo. Mentre non c'è una fine in vista per il conflitto, la crisi alimentare che ha attanagliato il Sudan da mesi sta per sfociare in una carestia.

Le tecnologie alimentano l'odio, le divisioni e le discriminazioni

In molte parti del mondo, gli attori politici hanno intensificato gli attacchi contro le donne, le persone LGBTQI+ e le popolazioni emarginate, storicamente utilizzate come capri espiatori per scopi politici o elettorali. La tecnologia è sempre più utilizzata come arma da queste forze politiche repressive per diffondere disinformazione, mettere le comunità l'una contro l'altra e attaccare le minoranze.

Il rapporto di Amnesty International evidenzia anche l'uso massiccio delle tecnologie esistenti per sostenere le politiche discriminatorie. Stati come l'Argentina, il Brasile, l'India e il Regno Unito si sono affidati sempre di più alle tecnologie di riconoscimento facciale per sorvegliare manifestazioni ed eventi sportivi e per discriminare le popolazioni emarginate, in particolare i migranti e i rifugiati.

L'uso indegno del riconoscimento facciale è stato particolarmente diffuso in Cisgiordania, nei Territori Palestinesi Occupati, dove Israele lo ha impiegato per rafforzare le restrizioni al diritto alla libertà di movimento e per mantenere il proprio sistema di apartheid.

Le tecnologie abusive sono state utilizzate anche nell'ambito delle politiche migratorie e di controllo delle frontiere, comprese le alternative digitali alla detenzione, le tecnologie per l'esternalizzazione del controllo degli ingressi, i software di elaborazione dati e i sistemi decisionali biometrici e algoritmici. La proliferazione di queste tecnologie perpetua e rafforza le discriminazioni, il razzismo e la sorveglianza sproporzionata e illegale delle persone razzializzate.

Nel 2023, la rapida evoluzione dell'IA generativa ha ampliato la minaccia rappresentata dalla gamma di tecnologie già esistenti - dallo spyware all'automazione dei servizi pubblici agli algoritmi incontrollabili dei social network. A fronte di questi sviluppi estremamente rapidi, la regolamentazione ha fatto pochi progressi.

"C'è un abisso tra i rischi posti dallo sviluppo incontrollato delle tecnologie e il livello di regolamentazione e protezione che sarebbe necessario. Attualmente, il nostro futuro è destinato a peggiorare se non si pone un freno alla dilagante proliferazione di tecnologie non regolamentate", ha dichiarato Agnès Callamard.

Dato il ruolo svolto dalle principali piattaforme di social network come Facebook, Instagram, TikTok e YouTube nel catalizzare le violazioni dei diritti umani nel contesto delle elezioni, l'organizzazione per i diritti umani prevede che questi problemi peggioreranno in questo anno di importanti appuntamenti elettorali.

"Abbiamo visto fino a che punto l'odio, la discriminazione e la disinformazione sono amplificati e diffusi dagli algoritmi dei social network, che sono ottimizzati soprattutto per ottenere il massimo tasso di 'coinvolgimento'. Creano un ciclo di commenti infinito e pericoloso, soprattutto in tempi particolarmente sensibili dal punto di vista politico. Gli strumenti di oggi possono generare immagini virtuali, registrazioni audio e video in pochi secondi, e rivolgersi a dei pubblici specifici scelti fra interi gruppi di utenti", ha detto Agnès Callamard.

A novembre, le elezioni presidenziali degli Stati Uniti si svolgeranno in un contesto di crescenti discriminazioni, molestie e violenze sui social network contro i gruppi emarginati, comprese le persone LGBTQI+. Anche i contenuti minacciosi e intimidatori ostili all'aborto stanno aumentando.

Una mobilitazione globale senza precedenti

Il conflitto tra Israele e Hamas ha provocato centinaia di manifestazioni in tutto il mondo. Le persone hanno chiesto un cessate il fuoco per porre fine alle crescenti sofferenze dei palestinesi a Gaza e hanno chiesto il rilascio degli ostaggi di Hamas e di altri gruppi armati, molto prima che molti governi decidessero di farlo. I manifestanti sono scesi in piazza anche negli Stati Uniti, in Polonia e in El Salvador per chiedere il diritto all'aborto, a fronte di reazioni sempre più virulente contro la giustizia di genere. In tutto il mondo, migliaia di persone si sono unite al movimento giovanile Fridays for Future per chiedere un'eliminazione equa e rapida dei combustibili fossili.

La Svizzera additata per gli attacchi al diritto di manifestare

Il diritto di manifestare, essenziale per attirare l'attenzione sulle violazioni dei diritti umani, viene violato in molti modi in tutto il mondo. Questo avviene anche in Svizzera. Il sistema che richiede l'autorizzazione preventiva per gli assembramenti pubblici rimane in vigore. Delle manifestazioni pacifiche non autorizzate sono state disperse con la forza, in particolare nelle città di Basilea e Ginevra.

Nei cantoni di Zurigo e Basilea Città, i Giovani UDC hanno lanciato un'iniziativa popolare volta a rafforzare il requisito dell'autorizzazione preventiva per le manifestazioni e a rendere gli organizzatori finanziariamente responsabili. E dopo lo scoppio del conflitto armato a Gaza, diverse città svizzere di lingua tedesca hanno temporaneamente vietato le manifestazioni.

"Dato lo stato desolante della situazione mondiale, è necessaria un'azione urgente per rinvigorire e rinnovare le istituzioni internazionali che dovrebbero salvaguardare l'umanità. Si devono adottare misure per riformare il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in modo che i membri permanenti non possano più utilizzare il proprio potere di veto incontrollato per impedire la protezione delle popolazioni civili e rafforzare le proprie alleanze geopolitiche. I governi devono anche intraprendere una ferma azione legislativa e normativa per combattere i rischi e i danni associati alle tecnologie AI e al regno dei giganti tecnologici", ha affermato Agnès Callamard.