2007
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Opinione del Segretario generale della Sezione svizzera Taser, un'arma potenzialmente mortale
Per ironia della sorte sarà proprio il 10 dicembre, Giornata mondiale dei diritti umani, che il Consiglio degli Stati deciderà di autorizzare o meno l’utilizzo delle armi paralizzanti a elettrochoc – più comunemente conosciute come “tasers” – nell’ambito delle misure di costrizione impiegate nelle procedure d’espulsione di stranieri. -
Il Nazionale vota ancora a favore: ora procedura di conciliazione Legge sull'uso della coercizione nei rimpatri forzati
Negli Stati Uniti e in Canda l'impiego di armi a elettroshock ha provocato la morte di almano 200 persone dal 2002. L'ultimo caso è stato registrato in Canada, con la morte di un cittadino polacco all'aeroporto di Vancouver. Nessuno studio imparziale è stato finora condotto sulla pericolosità di queste armi. Pertanto Amnesty esige che esse non vengano autorizzate in Svizzera nell'ambito della Legge sull'uso della coercizione nelle misure di rimpatrio di cittadini stranieri. Il Parlamento dovrà esprimersi in marzo, dopo che per ben tre volte il Consigloio degli Stati si è opposto alla loro introduzione nella legge. -
L’Assemblea generale dell’Onu dice sì alla moratoria globale sulla pena di morte
Giornata storica per gli attivisti e le organizzazioni che si battono per l'abolizione globale della pena capitale: il massimo organismo della comunità internazionale, con un'ottima maggioranza, ha votato a favore di una moratoria globale sulla pena di morte. -
Amnesty International si rallegra per la decisione del Consiglio degli Stati di non autorizzare i «tasers» nelle espulsioni forzate
Berna / Lugano, 10 dicembre 2007. Amnesty International è rinfrancata dalla decisione presa oggi dalla maggioranza del Consiglio degli Stati di non autorizzare l’impiego di armi paralizzanti nell’ambito delle misure di coercizione applicabili durante le operazioni di rimpatrio di cittadini stranieri. Tra il 2002 e la fine di settembre 2007, Amnesty International ha recensito almeno 291 decessi dovuti all’impiego di «tasers» negli Stati Uniti e in Canada. L’organizzazione per i diritti umani sottolinea che nessuno studio indipendente è stato finora condotto per accertare le conseguenze dell’uso di queste armi e chiede al Consiglio Nazionale di rivedere la sua posizione e di seguire il voto del Consiglio degli Stati. -
Amnesty International chiede l’invio di una missione ONU nel paese Myanmar, la comunità internazionale deve intervenire
Irene Khan, Segretaria generale di Amnesty International, ha chiesto l’invio immediato a Myanmar di una missione del Consiglio di sicurezza dell’Onu. La missione del Consiglio di sicurezza dovrebbe adottare misure urgenti per risolvere la crisi dei diritti umani in corso nel paese ed evitare il rischio di un bagno di sangue. In attesa che la comunità internazionale adotti misure per risolvere la crisi, Amnesty lancia una petizione online chiedendo la liberazione di tutte le persone arrestate nel cordo delle proteste pacifiche.
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