Una donna su tre, secondo dati dell’UNIFEM, è stata violentata, picchiata, costretta all’atto sessuale oppure abusata almeno una volta nella sua vita. Secondo uno studio dell’OMS e della Banca Mondiale, la violenza domestica è la causa principale di morte o di lesioni gravi per donne tra 16 e 44 anni: più importante del cancro, della malaria o degli incidenti stradali.
Le statistiche sulla violenza all’interno della coppia variano sensibilmente da un paese all’altro: secondo l’ONU, il 30 % delle donne britanniche subisce abusi dai propri coniugi o ex-coniugi. In Giordania occidentale, la percentuale arriva al 52 %, in Nicaragua al 28 %, in Bangladesh al 47 %, in Canada al 29 %, nel Sud e il Sud-Est dell’Anatolia (Turchia) al 58 %, in Australia al 23 % e in Cambogia al 16 %. Un’inchiesta condotta in Svizzera nel 1997 ha dimostrato che una donna su cinque tra i 20 e i 60 anni dice avere già subito violenza fisica o sessuale dal suo coniuge o compagno. Nel 70 % dei casi di donne assassinate, il colpevole si rivela essere il coniuge. Nel 1999, 14 000 donne russe sono state assassinate dai loro coniughi o familiari.
La violenza fisica va quasi sempre insieme con la violenza psicologica. Nell’indagine svizzera sopra citata , il 40 % delle donne ha indicato di avere subito violenza psicologica dal proprio coniuge o compagno. Uno studio realizzato in Canada nel 1993 mostra che un terzo delle donne che ha subito violenza domestica, ha avuto, a un certo punto del rapporto, paura per la propria vita.
Lo stupro
Negli Stati Uniti, 700 000 donne sono violentate o subiscono altre forme di aggressione sessuale ogni anno. Il 14,8 % di loro ha meno di 17 anni. In Francia, tra le 50 000 e le 90 000 donne sono violentate ogni anno, la maggior parte di loro non denuncia lo stupro.
Gli abusi sessuali sui bambini sono ugualmente numerosi. Il 20% di 1200 ragazze fra i 16 e i 17 anni, ascoltate in occasione di uno studio effettuato a Ginevra, ha dichiarato di avere subito almeno un abuso sessuale.
In Perù, uno studio condotto su adolescenti incinte tra i 12 e i 16 anni ha rivelato che il 90% di loro è rimasta incinta dopo uno stupro e, per lo più, di un caso d’incesto.
Violenza detta culturale
La violenza contro le donne basata su pratiche cosi-dette culturali o religiose rimane una violazione dei diritti umani molto diffusa. Attualmente, 130 milioni di donne nel mondo hanno subito mutilazione genitale. Ogni anno 2 milioni di donne e bambine si aggiungono ai ranghi delle vittime di mutilazioni genitali.
In India, si stima che quasi 15 000 donne siano assassinate ogni anno a causa della dote. La maggior parte di loro è bruciata viva all’interno della propria cucina, pratica che permette di fare passare il crimine come incidente.
In Bangladesh molte donne vengono sfigurate o uccise con l’acido. Solo nel 2002 sono stati registrati 315 aggressioni di questo genere su donne e bambine. Quasi una al giorno. .
Più di 60 milioni di donne “mancano” sulla terra a causa della pratica degli aborti selettivi. Nell’ultimo censimento della popolazione cinese, risultano 100 donne ogni 119 uomini, la norma biologica sarebbe di 100 a 103. In Pakistan, più di 1000 donne vengono assassinate nel nome dell’onore ogni anno.
La tratta di donne, un business mondiale
Ogni anno, quasi 4 milioni di donne e di bambine sono vendute per il matrimonio, la prostituzione oppure la schiavitù.
Ogni anno, quasi 2 milioni di bambine tra 5 e 15 anni sono costrette alla prostituzione. Più di 200 000 donne del Bangladesh sono state vendute tra il 1990 e il 1997. Tra le 5000 e le 7000 donne nepalesi sono illegalmente state trasferite in India. In Belgio, tra il 10 e il 15 % delle prostitute sono state costrette di esercitare quest’attività dopo essere state forzate di lasciare il loro paese natale. Provengono principalmente dall’Europa centrale e orientale, dalla Colombia, dalla Nigeria e dal Perù.
In Svizzera, si stima che tra 1500 e 3000 donne siano annualmente portate nel nostro paese da trafficanti di esseri umani.
Secondo le statistiche della Commissione Europea e dell’OSCE tra le 120 000 e le 500 000 donne sarebbero vittime ogni anno della tratta dai paesi dell’Europa centrale e orientale verso l’Europa occidentale.
L’HIV/AIDS è spesso la conseguenza di queste violenze: più della metà dei nuovi casi di sieropositività riguarda giovani tra 15 e 24 anni e, più del 60 % tra di loro, sono donne. Uno studio effettuato in Tanzania nel 2001 ha rilevato che le donne sieropositive sono 2,5 volte più spesso vittime di violenza da parte dal loro coniuge che le donne sieronegative.
Gli stupri di guerra
In Ruanda, si conta circa mezzo milione di donne violentate durante il genocidio del 1994. In Bosnia, tra le 20 000 e le 50 000 donne sono state stuprate nei primi 5 mesi della guerra del 1992.
Nel Sud della Repubblica Democratica del Congo, 5000 donne sono state violentate tra l’ottobre 2002 e il febbraio 2003, cioè una media di 40 per giorno.
Durante il conflitto in Congo il “Congolese Rally for Democracy” e altri gruppi come i ribelli Hutu e i Mai Mai hanno violentato migliaia di donne di tutte le origini etniche. Le conseguenze sanitarie di questi atti sono state enormi: molte donne sono morte dopo queste aggressioni e un numero indeterminato è stato infettato con il virus dell’HIV/AIDS.
Negli USA, nell’ambito di un’inchiesta effettuata nel 2003, il 23 % delle giovane lesbiche hanno dichiarato di essere state oggetto di un tentativo di stupro da parte dai loro compagni di scuola. Il 50 % di loro ha subito molestie sessuali.