Diritti economici, sociali e culturali

I diritti umani sono indivisibili e interdipendenti e ogni diritto ha senso soltanto se associato al godimento di tutti gli altri. La libertà d'espressione non ha senso se la gente può esprimere le proprie idee ma non ha sufficiente cibo per sfamare se stessa e la propria famiglia. Il diritto all'acqua potabile viene calpestato se la gente può attingere acqua alla fonte ma non può esercitare i suoi diritti politici e civili per decidere democraticamente il proprio futuro. È per questo principio basilare della universalità e indivisibilità dei diritti umani che Amnesty International lancia una nuova campagna al cui centro non pone soltanto i diritti politici e civili, bensì il diritti economici, sociali e culturali (DESC).

Diritti indivisibili e interdipendenti

I diritti umani sono indivisibili e interdipendenti e ogni diritto ha senso soltanto se associato al godimento di tutti gli altri. La libertà d'espressione non ha senso se la gente può esprimere le proprie idee ma non ha sufficiente cibo per sfamare se stessa e la propria famiglia. Il diritto all'acqua potabile viene calpestato se la gente può attingere acqua alla fonte ma non può esercitare i suoi diritti politici e civili per decidere democrasticamente il proprio futuro. È per questo principio basilare della unioversalità e indivisibilità dei diritti umani che Amnesty International lancia una nuova campagna al cui centro non pone soltanto i diritti politici e civili, bensì il diritti economici, sociali e culturali (DESC).

Storia dei DESC e il Patto internazionale del 1976

Tutti gli esseri umani devono poter godere dei diritti fondamentali sanciti nella Dichiarazione universale del 1948. E tali diritti trovano concreta applicazione giuridica (la Dichiarazione non ha infatti carattere vincolante) in due Patti internazionali, entrati in vigore nel 1976: il Patto internazionale sui diritti civili e politici e il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali. Entrambi i patti, e i diritti che essi proteggono, sono così diventati giuridicamnente vincolantin per tutti gli Stati firmatari.

La divisione dei diritti umani in due patti distinti è una conseguenza dello scontro ideologico che allora, nellera dell "guerra fredda", opponeva il mondo occidentale all'Unione sovietica e al blocco comunista. Gli Stati occidentali concentrarono la loro attenzione sul conseguimento dei diritti civili e politici per tutti i cittadini, mentre gli Stati socialisti, governati da regimi totalitari poco inclini alle voci critiche e al dissenso, insistevano sulla preminenza dei diritti economici, sociali e culturali.

Fu soltanto in occasione della Conferenza ONU sui diritti umani svolatsi a Vioenna nel 1993 che le differenze vennero superate e fu ristabilita l'indivisibilità dei diritti umani, così come era nello spirito del testo della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948: "Tutti i diritti umani sono generalmente validi, indivisibili, interdipendenti e formano un insieme unitario e coerente".

Quali sono i diritti economici, sociali e culturali?

Dei diritti economici, sociali e culturali (DESC) fanno parte:
- Diritto al lavoro: condizioni di lavoro dignitose, l'interdizione del lavoro minorile e dei lavori forzati, così come il diritto alla costituzione e all'adesione a movimenti sindacali
- Diritto alla formazione: accesso univerale all'istruzione primaria per tutte le bambine e i tutti i bambini
- Diritto alla salute: diritto a condizioni di vita sane e ripettose degli stadard di igiene, accesso a cure mediche adeguate e all'informazione medica
- Diritto all'accesso all'acqua potabile
- Diritto alla sicurezza sociale
- Diritto a un alloggio adeguato, inclusa la protezione dallo sfratto forzato
- Protezione dei diritti culturali, in particolare a tutela delle minoranze e delle popolazioni indigene
- Diritto di partecipare alla vita culturale
- Diritto di partecipare al progresso scientifico e di beneficiarne dei risultati
- Diritto alla protezione della libertà intellettuale

Intere categorie private di diritti

Più di 840milioni di esseri umani nel mondo soffrono le conseguenze della malnutrizione cronica. Ogni anno, quasi 11 milioni di bambini muoiono prima di aver compiuto il quinto anno di età. Più di 100 milioni di esseri umani non possono accedere nemmeno all'istruzione primaria (scuola elementare). Intere categorie della popolazione mondiale - donne, minoranze etniche e religiose, rifugiati, poveri - subiscono la sistematica esclusione dal benerficio dei loro diritti fondamentali e abbandonati senza difesa all'arbitrio della violenza e dell'oppressione. Perciò Amnesty International lotta per il rispetto di tutti i diritti umani fondamentali, a tutela della dignità di ciascun essere vivente, senza discriminazioni.

Chi sono i responsabili?

Gli Stati devono proteggere i cittadini
Gli Stati sono i principali responsabili del rispetto dei diritti economici, sociali e culturali. Essi devono rispettare e proteggere i diritti dei loro cittadini, senza discriminazioni, da ogni possibile violazione da parte di terzi. Gli Stati devono inoltre promuovere l'integrazione fra le varie componenti della società, assicurare la sicurezza sociale di tutti, garantire una giustizia equa e imparziale.
Certo, non tutti gli Stati si trovano nelle condizioni di poter garantire allo stesso modo tutti i diritti. Tuttavia, il Patto internazionale sui diritti economici e sociali e culturali li obbliga a soddisfare perlomeno alcuni standard minimi e a non tollerare alcuna discriminazione nella loro applicazione concreta.

Responsabilità delle imprese multinazionali
Le imprese, e in particolare le grandi compagnie transnazionali, giocano un ruolo di primo piano nell'applicazione dei diritti umani. La loro influenza sulla situazione economica, sociale e il loro impatto sul sistema ecologico sono in evidente crescita ovunque nel mondo. Alcune ditte rispettano gli standard internazionali fissati per il rispetto dei diritti umani e in materia di tutela dell'ambiente, e pretendono il medesimo rispetto anche dai loro fornitori o partner commerciali. Ma un grande numero di imprese, purtroppo, fa un utilizzo ben diverso del proprio potere e della propria influenza, usandoli per aggirare i diritti umani fondamentali - per esempio violando le norme internazionali sul lavoro minorile o impedendo la creazione di sindacati - e per aumentare i propri profitti a scapito dei diritti dei lavoratori.

Il cattivo uso della forza economica a detrimento dei diritti fondamentali si comnbatte unicamente con l'adozione di regolamenti chiari e vincolanti per tutte le imprese, che devono essere sottoposte a controllie  verifiche da parte di commissioni indipendenti. È questo l'obiettivo che si pongono le "Norme delle Nazioni Unite sulla Responsabilità delle Imprese Transnazionali ed Altre Imprese Riguardo ai Diritti Umani": Amnesty s'impegna attivamente affinché la loro applicazione diventi una norma univeralmente rispettata.