Ammissione per motivi umanitari di due uiguri Bahtiyar e Arkin Mahnut sono benvenuti in Svizzera

Bahtiyar e Arkin Mahnut sarebbero molto felici di poter iniziare una nuova vita in Svizzera. I due fratelli non rappresentano un pericolo per la nostra sicurezza e, al contrario, adempiono tutti i criteri necessari all’ammissione per motivi umanitari. Lo ha spiegato la loro avvocatessa americana in una conferenza stampa tenutasi oggi - vigilia del primo anniversario dell’annuncio della chiusura di Guantanamo da parte del presidente Barack Obama. La causa dei due fratelli è stata sostenuta anche dalla Consigliera agli Stati giurassiana Anne Seydoux-Christe, che si è espressa a favore dell’accoglienza da parte del suo Cantone. La comunità uigura presente in Svizzera si è detta pronta a collaborare, sostenendo i due uomini nel processo di integrazione.
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Tra i circa 200 prigionieri che si trovano tuttora nel campo di detenzione di Guantanamo, Cuba, ci sono anche due fratelli uiguri: Bahtiyar e Arkin Mahnut. Il 16 dicembre 2009 il Consiglio federale aveva dichiarato che l’ammissione dei due fratelli in Svizzera sarebbe stata possibile se un Cantone avesse dichiarato la sua disponibilità ad accoglierli. “Visto che questi uiguri adempiono tutti i criteri per l’ammissione, e che il Canton Giura si è ora detto pronto ad accoglierli, speriamo che il Consiglio federale decida in tempi brevi”, ha detto la Consigliera agli Stati Anne Seydoux-Christe. “Mi auguro che il Consiglio federale non si lasci impressionare dalle minacce delle autorità cinesi, e decida di accordare loro l’ammissione per motivi umanitari”.

La settimana scorsa la Cina ha affermato che i due fratelli sarebbero dei pericolosi terroristi, iscritti in una lista di persone sospettate di terrorismo compilata dalle Nazioni Unite. “Queste affermazioni sono delle vergognose menzogne. I due fratelli non sono inclusi in nessuna lista e non hanno mai avuto legami con movimenti terroristici” ha spiegato Elizabeth Gilson, la loro avvocatessa americana. Elizabeth Gilson è rimasta scioccata quando, la settimana scorsa, è venuta a conoscenza delle accuse formulate contro i suoi assistiti ed ha quindi deciso di venire in Svizzera per poter informare personalmente le autorità sulla storia dei due uomini. “A quanto pare la Cina tenta in tutti i modi di impedire che Bahtiyar e Arkin vengano in Svizzera” ha dichiarato la Gilson, “Le autorità americane hanno già riconosciuto, nel 2004, di aver commesso un grande errore, arrestando gli uiguri in modo totalmente arbitrario. È da allora che questi uomini aspettano di ritrovare, come promesso, la libertà.”

Da sette anni e mezzo Bahtiyar e Arkin Mahnut sono detenuti a Guantanamo, nonostante la loro innocenza. “Dopo aver trascorso quasi due anni in una cella di isolamento totale e aver subito un regime detentivo estremamente duro, è normale che il loro principale bisogno sia ritornare in libertà. Inoltre avranno bisogno di calma e di un sostegno psicologico”, ha spiegato il loro legale, Elizabeth Gilson. “La Svizzera ha molta esperienza nella cura di vittime di tortura, ed è quindi un luogo adatto: qui i due fratelli sarebbero in buone mani” ha dichiarato Elizabeth Gilson.

Attualmente sono circa 80 gli uiguri residenti in Svizzera, la maggior parte di loro beneficiano dello statuto di rifugiato. “Accoglieremo Arkin e Bahtiyar a braccia aperte e li aiuteremo ad integrarsi rapidamente” ha dichiarato Endili Memetkerim, presidente dell’Associazione del Turkestan orientale in Svizzera. “Gli uiguri del mondo intero saranno riconoscenti al Consiglio federale e al governo giurassiano  per aver dato ai due fratelli la possibilità di vivere una vita al sicuro. In caso di rientro in Cina potrebbero essere nuovamente imprigionati, torturati o perfino condannati a morte”.

Lukas Labhardt, esperto di Guantanamo della Sezione svizzera di Amnesty International, ha ricordato che sono ancora circa 200 gli uomini tuttora detenuti nel campo di prigionia. Una quarantina di essi non possono fare rientro nel loro paese d’origine poiché minacciati di tortura o di altre gravi violazioni dei diritti umani. “Affermare che gli Stati Uniti devono risolvere il problema da soli è un’ipocrisia. Guantanamo non sarebbe mai esistita senza la complicità degli Stati europei. La Svizzera ha tollerato i famigerati voli della CIA, ed altri paesi hanno messo a disposizione degli Stati Uniti dei centri di detenzione segreti” ha dichiarato Lukas Labhardt. “Accogliendo complessivamente tre detenuti la Svizzera darebbe un importante contributo, rimediando agli errori del passato. Tuttavia resta molta strada da fare prima che il campo di detenzione di Guantanamo sia chiuso e i responsabili chiamati a rispondere delle loro azioni davanti alla giustizia”.