Penuria di letti: un ospedale in Burkina Faso © Anna Kari
Penuria di letti: un ospedale in Burkina Faso © Anna Kari

8 marzo, Giornata internazionale della donna La discriminazione, causa della mortalità femminile in Burkina Faso

In Burkina Faso ogni anno oltre 2’000 donne muoiono a causa di complicazioni legate alla gravidanza o al parto. Vite che l’accesso alle cure adeguate avrebbe permesso di salvare. La discriminazione impedisce alle donne di beneficiare dei servizi di salute sessuale e riproduttiva. Questa la conclusione di un rapporto dedicato alla salute materna in questo paese dell’Africa Occidentale pubblicato da Amnesty International. In occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale della donna, l’organizzazione lancia delle azioni rivolte al governo burkinabé, esortato a rispettare il diritto alla salute delle donne. In Svizzera Amnesty International parteciperà alla manifestazione nazionale a favore dei diritti delle donne prevista il 13 marzo a Berna e raccoglierà firme indirizzate alle autorità del Burkina Faso.

Il rapporto di Amnesty International intitolato “Burkina Faso : Dare la vita, rischiare la morte” mostra come, soprattutto nelle zone rurali, disuguaglianze nell’accesso alle infrastrutture sanitarie facciano sì che le donne non ottengano le cure di cui hanno bisogno. Queste disuguaglianze sono causate tra gli altri dalla penuria di materiale medico e di personale formato, dal comportamento negativo o discrimi-natorio di alcuni membri del personale sanitario, come pure dallo statuto inferiore della donna nella società burkinabé.
Nel 2006 il governo del Burkina Faso ha adottato una politica di sussidi che prevede la presa a carico dell’80 percento delle spese legate al parto, e la gratuità totale per le donne indigenti. Ciononostante queste misure sono mal conosciute dalla popolazione, una situazione della quale approfitta il personale medico corrotto. Le autorità non hanno previsto alcun criterio che permetta di determinare chi ha diritto alla presa a carico, e il costo rimane un ostacolo importante nell’accesso alle cure mediche.

Grazie all’aiuto dei donatori il governo burkinabé ha elaborato strategie ambiziose che hanno permesso di abbassare il tasso di mortalità in alcune regioni del paese. Queste strategie sono però indebolite dalle difficoltà di messa in opera e dall’assenza dell’obbligo di presentare i conti, una pratica che permette al personale sanitario di non essere indagato nel caso di pratiche abusive come, ad esempio, le richieste di rimborso illegali.

Le promesse del presidente

Nell’ambito della strategia nazionale di lotta contro la mortalità materna, il presidente del Burkina Faso, Blaise Compaoré, si è impegnato sin d’ora a levare ogni ostacolo finanziario all’accesso alle cure ostetriche urgenti e alla pianificazione famigliare. Compaoré ha comunicato questo suo impegno a metà febbraio, in occasione di un incontro con una delegazione di Amnesty International, avvenuto ad Ouagadougou.
Questi incontri con le autorità sono avvenuti in seguito a due settimane di incontri avvenuti in tutto il paese tra Amnesty International e i suoi partner locali con la popolazione, il personale sanitario e le autorità regionali e locali. La carovana di sensibilizzazione e i suoi partecipanti hanno trasmesso alle autorità le testimonianze delle sofferenze quotidiane di una popolazione confrontata quotidianamente con la perdita di una madre, una moglie o una sorella.

Azioni in Svizzera

A partire dal 6 marzo in tutta la Svizzera avranno luogo azioni e raccolte di firme per mettere sotto pressione le autorità del Burkina Faso perché mantengano la promessa di lottare contro le cause della mortalità materna. Amnesty parteciperà inoltre alla manifestazione in favore dei diritti delle donne che avrà luogo il 13 marzo a Berna. La petizione potrà essere sottoscritta on-line: versione francese o tedesca.

4 marzo 2010