L’iniziativa esige il rinvio automatico delle persone di origine straniera, condannate per diversi crimini e delitti, indipendentemente dal loro statuto e dalla gravità dell’atto commesso. La lista dei delitti passibili d’espulsione prevede l’omicidio come pure lo stupro o l’abuso delle prestazioni sociali. Questo automatismo potrebbe portare a una violazione del principio del non-refoulement, ancorato nel diritto internazionale vincolante, e secondo il quale nessuno può essere rinviato in un paese nel quale rischia la tortura o la pena di morte. L’iniziativa viola non solo le convenzioni internazionali, come la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, il Patto 2 dell’ONU, la Convenzione relativa ai diritti dell’infanzia o l’accordo di libera circolazione delle persone concluso con l’Unione Europea, ma il testo è pure contrario al principio di proporzionalità e a quello del divieto di ogni forma di discriminazione, iscritto nella Costituzione federale.
Amnesty International sostiene che le norme contrarie ai diritti umani non debbano essere incluse nella nostra Costituzione. L’organizzazione ritiene inoltre che sia inutile modificare le basi della Costituzione poiché la legislazione attuale permette già di espellere i criminali condannati.
Il contro-progetto è superfluo
Considerata la forte probabilità che, secondo gran parte delle previsioni, l’iniziativa possa essere accettata dal popolo, il Parlamento ha deciso di presentare un contro-progetto. Due gli articoli proposti. Il primo condiziona il rinvio alla gravità della condanna comminata per una lista esaustiva di delitti e - in ogni caso - al rispetto del diritto internazionale e del principio del non-refoulement. Il secondo articolo formula alcuni principi di una politica d’integrazione che miri alla coesione tra la popolazione autoctona e quella straniera.
Il contro-progetto prevede pure un inasprimento della politica nei confronti degli stranieri. Dal punto di vista di Amnesty International questo inasprimento è superfluo e la legislazione attuale (la legge sugli stranieri, il diritto penale) è ampiamente sufficiente per permettere il rinvio di delinquenti di origine straniera. L’inasprimento potrebbe inoltre incrementare il rischio, già esistente nel diritto in vigore, di violazioni dei diritti umani. Il contro-progetto può inoltre contribuire al rafforzamento di pregiudizi contro la popolazione straniera stabilitasi in Svizzera.
Il contro-progetto comporta inoltre il rischio di una differenziazione non obiettiva. Il fatto di legare il rinvio esclusivamente alla gravità della pena pronunciata può in effetti portare a una doppia pena discriminatoria. Le decisioni dovrebbero essere prese tenendo maggiormente conto del rischio di recidiva e della situazione famigliare e personale delle persone coinvolte. Il fatto che il contro-progetto non garantisca la presa in considerazione automatica di questi elementi può inoltre indurre a situazioni preoccupanti in materia di diritti umani come, per esempio, la separazione di famiglie o il rinvio di persone di seconda o terza generazione in un paese che non conoscono e in cui non hanno alcun legame famigliare.
Domanda sussidiaria per il contro-progetto
Amnesty International dice chiaramente «no» all’iniziativa ma anche al contro-progetto, che considera superfluo e potenzialmente contrario ai diritti umani.
Nel caso della doppia accettazione da parte del popolo dell’iniziativa e del contro-progetto la domanda sussidiaria riveste un’importanza decisiva. In questo caso, per contrastare l’iniziativa, Amnesty International raccomanda, nonostante le riserve espresse, di scegliere il contro-progetto in quanto male minore.