Revisione della legge sull'asilo La Svizzera vuole rendersi meno attrattiva

Amnesty International esprime la propria indignazione in seguito alla revisione della Legge sull'asilo, presentata oggi dalla consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf. Proposti inasprimenti inaccettabili, come ad esempio il rifiuto di asilo ai disertori, l’eliminazione la domanda di asilo nelle ambasciate svizzere o la riduzione del periodo d'appello a 15 giorni.  Amnesty International accoglie invece con favore l'eliminazione della procedura di “non entrata nel merito”, da sempre denunciata come contraria alla Convenzione sui rifugiati.

Amnesty International è indignata per la proposta di sopprimere la possibilità di chiedere asilo presso le ambasciate, una proposta che aveva suscitato forte opposizione durante la procedura di consultazione.

"È incomprensibile che il Consiglio federale mantenga la proposta di sopprimere la procedura di ambasciata. Questo avrà come conseguenza che, in futuro, le persone perseguitate dovranno intraprendere un lungo e spesso pericoloso viaggio, senza poter depositare una domanda d’asilo presso l’ambasciata svizzera della regione in crisi” rileva Denise Graf, coordinatrice asilo della Sezione svizzera di Amnesty International. “Più volte Amnesty International è stata implicata, prendendo posizione a favore di persone minacciate, in Turchia e Colombia, e che hanno potuto fuggire grazie all’aiuto della rappresentanza svizzera.”

Particolarmente problematica la modifica del concetto di rifugiato, che tocca i disertori  e indebolisce lo status giuridico dei richiedenti asilo. La riduzione del termine di ricorso da 30 a 15 giorni impedisce alle persone perseguitate di raccogliere le prove necessarie. Per quel che concerne la consulenza sulla procedura e la valutazione delle opportunità di valutazione, il modello proposto dal Consiglio federale è insufficiente. Amnesty International chiede la creazione di un aiuto giuridico vero e proprio, finanziata dallo Stato secondo il modello esistente in diversi paesi europei. "I numerosi inasprimenti previsti nella revisione della legge minacciano la tradizione umanitaria della Svizzera. Il Consiglio federale cerca di rendere la Svizzera poco attrattiva, e questo a scapito delle persone perseguitate ", ha affermato Denise Graf.