In occasione dell’Assemblea generale di Soletta i 200 membri (su quasi 50’000) della Sezione svizzera di Amnesty International presenti hanno espresso la propria preoccupazione di fronte alla recrudescenza nell’agenda politica di rivendicazioni discriminatorie e ostili ai diritti fondamentali. Con il divieto di costruzione dei minareti e l’iniziativa sul rinvio, delle disposizioni di legge discriminatorie sono perfino state incluse nella nostra Costituzione.
“C’è chi vuole opporre la democrazia ai diritti umani quando sono proprio questi diritti a garantire la nostra libertà.” ha dichiarato Manon Schick, Direttrice generale della Sezione svizzera di Amnesty International. “Vogliamo invertire questa tendenza e invitiamo tutti i partiti, tutte le donne e tutti gli uomini politici, a rinunciare a propositi xenofobi e discriminatori”.
I membri della Sezione svizzera hanno inoltre invitato il Consiglio federale a sostenere attivamente il processo di democratizzazione in corso in Africa nel Nord e nel Medio Oriente. La Svizzera potrà essere credibile solo se sarà coerente e collocherà i diritti umani al centro della sua politica estera. Il nostro paese deve in particolare adottare una politica d’asilo che non sia basata sulla dissuasione.
“Amnesty International chiede al Consiglio federale di accordare una protezione temporanea ai rifugiati di guerra libici”, ha dichiarato Manon Schick. “La Svizzera deve inoltre rimettere totalmente in discussione le sue relazioni economiche con i regimi autoritari. Deve in particolare rinunciare a mettere delle armi a disposizione di governi che, prima o poi, rischiano di utilizzarle contro la popolazione.”
L’Assemblea generale è stata il momento di avvio dell’anno del giubileo di Amnesty. La più importante organizzazione di lotta per i diritti umani al mondo festeggerà il suo 50esimo compleanno il 28 maggio. Nel 1961, l’avvocato britannico Peter Benenson lanciava un appello per una campagna mondiale a favore dei prigionieri dimenticati. Oggi sono oltre 3 milioni i militanti e i simpatizzanti che si impegnano con Amnesty International per la protezione dei diritti umani.
A Soletta, davanti alla cattedrale, i membri dell’organizzazione hanno brindato alla libertà riproducendo il gesto che, cinquant’anni fa, aveva causato l’arresto di due studenti portoghesi. Questo evento aveva ispirato una lettera aperta di Peter Benenson, nella quale lanciava un appello per la liberazione di 6 prigionieri di coscienza. Questo articolo, pubblicato nel quotidiano “The Observer”, il 28 maggio 1961 è considerato l’atto fondatore di Amnesty International.
17 aprile 2011