Italia / Stati Uniti Condannata la CIA per i rapimenti di terroristi sospetti

La Corte d'appello di Milano ha condannato tre ex agenti dell'Agenzia centrale  di spionaggio degli Stati Uniti (CIA) per il rapimento, avvenuto nel capoluogo lombardo nel febbraio del 2OO3, d’Usama Mostafa Hassan Nasr (meglio conosciuto come Abou Omar), il quale è poi stato trasferito in Egitto, detenuto in segreto più di un anno e - a quanto pare - torturato.

Jeff Castelli, già responsable dell'ufficio romano della CIA, e altri due agenti dei servizi segreti sono stati riconosciuti colpevoli di «rapimento» secondo il diritto italiano e condannati rispettivamente a sette e a sei anni di reclusione. In primo grado, il caso era stato archiviato in ragione dell'immunità diplomatica riconosciuta agl'imputati. La Corte d’appello ha contraddetto il giudizio precedente, in quanto non ha riconosciuto l'immunità diplomatica.

Ad oggi, 26 Americani e tre Italiani sono stati condannati da tribunali italiani, a seguito di processi distinti, per le loro implicazioni nel sequestro di Abou Omar. Altri cinque agenti dei servizi segreti italiani saranno giudicati nel corso del 2O13 per il ruolo svolto in tale caso. La Corte di Cassazione aveva infatti deciso, nel settembre del 2O12, che occorreva riconsiderare il «segreto di Stato» invocato dal governo di Roma. Lo scopo di quest'ultimo sarebbe infatti stato quello di sostrarsi all'obbligo di rendere conto delle violazioni dei diritti umani. Orbene, l’immunità diplomatica non può servire a sottrarre delle persone a inchieste penali per atti quali sparizioni forzate e torture. Pratiche del genere violerebbero gli obblighi dello Stato determinati dal diritto internazionale.

L’Italia mostra l'esempio, gli Stati uniti restanno arroccati sulle loro posizioni

Il governo statunitense non si è mostrato molto cooperativo nell'affaire Abou Omar e ha rifiutato di rispondere alle rogatorie dei procuratori italiani. A sua volta, il governo italiano è stato reticente a cooperare, non soltanto invocando il segreto di Stato ma interferendo altresì nell'inchiesta e rifiutandosi di trasmettere agli Stati Uniti le relative domande d'estradizione.

Amnesty International rende omaggio alla perseveranza dei procuratori italiani, che hanno operato affinché l'inchiesta e le azioni penali connesse al rapimento d’Abou Omar giungessero a compimento nonostante gli ostacoli frapposti dai governi americano e italiano. Le autorità italiane debbono ormai richiedere l'estradizione di tutti gli Americani coinvolgi affinché possano essere presenti al processo, in quanto la contumacia è di solito ritenuta incompatibile con i diritti umani degl'imputati. Quando i cittadini americani saranno sottoposti alla giurisdizione italiana, dovranno essere giudicati da un nuovo tribunale.

Amnesty International è teuttora vivamente preoccupata per la mancata determinazione degli Stati uniti nel dar conto e nel garantire l'accesso a vie di ricorso alle vittime dei programmi di «restitutions» e di detenzioni segrete condotti dalla CIA. Così facendo, vengono meno ai loro obblighi internazionali.