Il 29 ottobre 2O12, gli altri stati hanno formulato alla Svizzera 14O raccomandazioni per migliorare la sua politica in materia di diritti umani. Fra queste figurano meno della metà delle 46 raccomandazioni elaborate dalla Piattaforma delle ONG svizzere. Spiccavano per la loro assenza quasi tutte le raccomandazioni in materia d'asilo e migrazioni, pure emblematiche dal punto di vista dei diritti umani. Al termine del secondo ciclo dell'EPU, la piattaforma trae le seguenti conclusioni:
L'intervento della Coalizione delleONG comincia a 45'15".
La Piattaforma delle ONG svizzere esprime la propria soddisfazione per essere stata considerata come un partner dal governo svizzero ed essere stata inclusa in tutte le discussioni della procedura dell'EPU. Saluta altresì le iniziative della Confederazione per includere i Cantoni nel processo decisionale volto all'accettazione di varie indicazioni ancora aperte alla fine del dialogo interattivo. «Il fatto che i Cantoni siano stati coionvolti nella procedura è di buon auspicio per l'attuazione delle raccomandazioni formulate dal Consiglio dei diritti umani», ha dichiarato Alex Sutter di humanrights.ch. «Non bisogna dimenticare che in virtuù della ripartizione delle competenze tra Confederazione e Cantoni, questi si trovano il più delle volte in prima linea per la loro applicazione».
Per quanto concerne le raccomandazioni, la Piattaforma delle ONG è soddisfata per l'accettazione di 99 di queste sulle 14O formulate.
In particolare, saluta l'accoglimento da parte svizzera di tutte le raccomandazioni per l'istituzione di un organismo nazionale dei diritti umani conforme ai Principi di Parigi, con cui si chiedevano la preparazione di un programma d'azione contro la discriminazione razziale e una migliore protezione delle vittime di tratta (contenuta in in a dozzina di raccomandazioni).
La piattaforma delle ONG si rammarica invece per l'importante numero di raccomandazioni respite, (un terzo circa) tanto più che l'unico vero ostacolo sembra essere una mancanza di volontà politica. Fra queste, si segnalano: il rifiuto di creare delle procedure di denuncia indipendenti per le violenze perpetrate dalle forze di polizia, di tipizzare la tortura come illecito penale o di separare sistematicamente i detenuti minori da quelli adulti.
«La Piattaforma delle ONG si rammarica che un gran numero di raccomandazioni riguardanti le questioni legate alle discriminazioni siano state respinte», fa notare Alain Bovard della Sezione svizzera di Amnesty International. «Temiamo che ciò sia interpretato come un segnale negativo e che le discriminazioni di cui sono vittime numerosi gruppi della popolazione permangano ancora a lungo».
In generale, quasi tutte le raccomandazioni che avrebbero comportato modifiche legislative sono state respinte. Secondo la Piattaforma delle ONG, ciò dimostra una mancanza di coraggio da parte del Consiglio federale, che avrebbe potuto dare chiari segnali al Parlamento e fornigrli delle piste per il rafforzamento della protezione di numerose persone discriminate nel nostro Paese.
La Piattaforma delle ONG seguirà con interesse l'applicazione delle raccomandazioni accolte. Laddove possibile, offrirà il proprio sostegno alle autorità allo scopo di concorrere al miglioramento della situazione generale dei diritti umani in Svizzera.