Italia 10 punti per i diritti umani

A un mese dalle elezioni del 24 e 25 febbraio 2013, Amnesty International lancia un’Agenda in 10 punti per i diritti umani in Italia e la sottopone ai leader delle coalizioni e a tutti i candidati alle elezioni politiche.

“Il benessere di un paese si misura anche dal rispetto dei diritti umani. Oggi, alla luce dei fatti, in Italia questo rispetto non è assicurato” – ha dichiarato Christine Weise, presidente di Amnesty International Italia. “Essere donne, partecipare a una manifestazione, essere migranti, rom, gay, detenuti significa rischiare di subire violazioni dei diritti umani. In tempi di crisi economica, con l’aumento delle tensioni sociali da una parte e, dall’altra, l’accento della politica sulle sole questioni finanziarie, questa situazione potrebbe aggravarsi”.

“Nonostante i richiami dei comitati internazionali di monitoraggio e le richieste della società civile, le falle del sistema e scelte politiche fuori luogo hanno prodotto in questi anni violazioni, ingiustizia, sofferenza e disgregazione sociale” – ha proseguito la presidente di Amnesty Italia.

“Un governo che ha cuore il paese, ha a cuore i diritti umani di chi ci vive e se ne sente responsabile. Un parlamento che intende esercitare pienamente la sua funzione, legifera per la protezione e il benessere di tutti, nel segno dei diritti e del rispetto della dignità di ogni persona. È quello che chiediamo. Nulla di meno” – ha concluso Christine Weise.

Le richieste dell’Agenda sono:

  1. garantire la trasparenza delle forze di polizia e introdurre il reato di tortura;
  2. fermare il femminicidio e la violenza contro le donne;
  3. proteggere i rifugiati, fermare lo sfruttamento e la criminalizzazione dei migranti e sospendere gli accordi con la Libia sul controllo dell’immigrazione;
  4. assicurare condizioni dignitose e rispettose dei diritti umani nelle carceri;
  5. combattere l’omofobia e la transfobia e garantire tutti i diritti umani alle persone Lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate);
  6. fermare la discriminazione, gli sgomberi forzati e la segregazione etnica dei rom;
  7. creare un’istituzione nazionale indipendente per la protezione dei diritti umani;
  8. imporre alle multinazionali italiane il rispetto dei diritti umani;
  9. lottare contro la pena di morte nel mondo e promuovere i diritti umani nei rapporti con gli altri stati;
  10. garantire il controllo sul commercio delle armi favorendo l’adozione di un trattato internazionale.

Nel corso delle prossime settimane, il sito www.ricordatichedevirispondere.it darà conto delle risposte, o delle mancate risposte, dei leader e di tutti i candidati. La campagna “Ricordati che devi rispondere. L’Italia e i diritti umani” proseguirà anche dopo l’inizio della legislatura, chiedendo al nuovo governo e al nuovo parlamento di agire per realizzare gli obiettivi contenuti nelle 10 richieste.