Moldavia Primo gay pride senza intoppi

Il primo gay pride di Chișinău , in Moldavia, si è svolto senza violenze domenica 19 maggio 2O13. Un segno molto incoraggiante in questo paese ancora alle prese con l'omofobia. Un centinaio di ...

Il primo gay pride di Chișinău, in Moldavia, si è svolto senza violenze domenica 19 maggio 2O13. Un segno molto incoraggiante in questo paese ancora alle prese con l'omofobia.

Un centinaio di persone hanno partecipato a un corteo del gay pride, primo avvenimento del genere in Moldavia. «E' un giorno memorabile per i diritti LGBTI in Moldavia. Ora le autorità debbono pubblicamente sostenere queste manifestazioni e permettere che altre iniziative del genere abbiano luogo in futuro», ha commentato David Diaz-Jogeix, direttore aggiunto del programma Europa e Asia centrale di Amnesty International.

Il corteo di domenica si è tenuto nella calma ma è stato interrotto dopo che alcuni contestatari hanno scoperto il luogo della manifestazione. «La conclusione improvvisa di questo corteo mostra che resta ancora molto da fare in Moldavia nella lotta contro le discriminazioni. Se il movimento LGBTI può svilupparsi liberamente, una società più tollerante vedrà la luce».

Circa un migliaio di contestatori si sono riuniti nel centro della città domenica per protestare contro la manifestazione e la legge sull'uguaglinanza dei diritti. Il provvedimento antidiscriminazione è entrato in vigore nel gennaio scorso.

Un lavoro di merito dev'essere intrapreso

Amnesty International ha fatto appello alle autorità moldave affinché modifichino la legge in maniera tale che siano eliminate le discriminazioni fondate sull'orientamento sessuale e l'identità di genere in tutti gli ambiti della vita. Nel paese, la discriminazione fondata sull'orientamento sessuale è esplicitamente vietata in ambito lavorativo, ma la discriminazione fondata sull'identità di genere non è esplicitamente vietata dalla legge.

«Le autorità debbono riconoscere pubblicamente  la gravità delle discriminazioni contro le persone  LGBTI nonché la necessità di prendere provvedimenti per farvi fronte», ha aggiutno David Diaz-Jogeix. «Ciò significa, tra l'altro, condannare le frasi omofobe pronunciate da personalità politiche o da esponenti pubblici».