Elena Gorolova è una militante determinata che richiede giustizia per le donne rom costrette a subire la sterilizzazione in Repubblica Ceca. Ha parlato di ciò che ha vissuto a militanti e responsabili del lavoro di pressione presso Amnesty International a Bruxelles: «Per vari anni, le donne rom sono state sterilizzate di forza dopo aver dato alla luce un bambino in ospedale. La sterilizzazione forzata implica un atto chirurgico, che impedisce loro di avere nuove gravidanze, effettuato senza il consenso delle donne. Le tube di Falloppio vengono legate. I medici hanno sottoposto donne rom a quest'atto – spesso in occasione del loro cesareo – senza ottenere il loro previo consenso informato».
Elena Gorolova ha raggiunto l'associazione Vivere insieme (Vzajemne Soužiti), che lotta contro la sterilizzazione forzata. «Le ho raggiunte in quanto, subito dopo il parto del mio secondo figlio, sono stata sterilizzata a mia volta quando avevo 21 anni. Un'infermiera mi ha presentato un documento e mi ha chiesto di firmarlo per la sterilizzazione. A quel momento, non avevo idea di cosa ciò significasse. Soffrivo moltissimo, così ho firmato. Quando mi sono risvegliata dopo l'intervento, mi è stato detto che avevo dato alla luce un maschietto ma che non avrei potuto avere altri figli, in quanto ero stata sterilizzata. Sono scoppiata a piangere. Desideravo essere una donna normale e avere una famiglia normale ma dopo la sterilizzazione mi sentivo menomata».
Cambiamenti positivi ma troppo lenti
«Su certi punti siamo riusciti a far evolvere l'atteggiamento del personale medico. E questo grazie alla visibilità nei media regionali e facendoci sentire. Abbiamo consegnato il nostro messaggio in varie sedi, mi sono recata a dei colloqui alle Nazioni Unite a Ginevra per testimoniare ciò che accade e mi sono espressa in occasione di forum ufficiali per far circolare il messaggio.
Nel 2OO9, il governo ceco ha presentato delle scuse pubbliche alle donne vittime di sterilizzazione forzata. Ciò è un fatto positivo ma insufficiente per Elena Gorolova: lei e le sue compagne di lotta esigono riparazione per ciò che hanno subito. «Debbo ringraziare le donne con cui lavoro, il loro contributo a questa lotta è cruciale. Anche se alcuni affermano che non abbiamo cambiato granché, per me le scuse ufficiali del governo, che ha riconosciuto il carattere del tutto illegale di queste sterilizzazioni, costituisce un grande passo avanti».