L’arresto e la detenzione arbitrari di oltre 1200 migranti in un mercato di Mosca, dove era in corso una sommossa in seguito all’uccisione di un uomo di etnia russa, è l’ennesima dimostrazione dell’uso sproporzionato e discriminato della forza da parte della polizia in Russia. Lo afferma Amnesty International.
Un uomo originario dell’Azerbaijan è stato indicato il 15 ottobre come principale sospettato per l’omicidio causa scatenante di una serie di rivolte che nel fine settimana hanno reso di mira in particolare i migranti.
“La detenzione indiscriminata di oltre mille migranti da parte della Polizia russa, nell’ambito delle ricerche di un presunto omicida, è una misura estremamente discriminatoria e chiaramente illegale,” ha affermato Denis Krivosheev, ricercatore di Amnesty International sulla Russia. “Si tratta chiaramente di un atto dimostrativo, che non ha giustificazioni legali. Una simile risposta da parte della polizia non può che esacerbare un clima già fortemente xenofobo.”
In seguito all’uccisione del 25 enne Yegor Shcherbakov, quando si è diffusa la notizia che l’omicida potrebbe essere originario dell’Asia centrale o del Caucaso, nel quartiere Biryulyovo di Mosca si è scatenata la rivolta. I rivoltosi hanno distrutto vetrine di negozi proprietà di migranti, incendiato negozi, imbrattandoli con simboli nazisti.
Fatti di questo genere sono in aumento a Mosca, ma la Polizia ignora questi crimini motivati dall’odio.
Molti migranti sono stati aggrediti per strada da gruppi di vigilanti di estrema destra che chiedevano loro di mostrare i documenti senza che le autorità siano mai intervenute.
La xenofobia a Mosca è talmente diffusa che nel corso delle elezioni per il posto di Sindaco, svoltesi lo scorso mese, entrambi i candidati, il filo-governativo Sergei Sobyanin e il suo avversario Alexei Navalny, hanno incentrato la campagna su politiche contro gli immigrati.
Alcuni dei migranti arrestati sono stati rilasciati mentre altri sono in detenzione amministrativa, rischiano una multa o perfino la deportazione.
“Le autorità russe devono affrontare la questione del razzismo, facendo qualcosa per contrastare i crimini contro i migranti e per limitare la retorica xenofoba che permea la vita politica, trasmettendo un messaggio sbagliato a tutta la popolazione” ha affermato Denis Krivosheev.