Due membri del loro gruppo sono ancora detenuti, a seguito della condanna a due anni di reclusione per aver «profanato» la cattedrale di Mosca interpretando un canto contro Putin. Un'altro, a sua volta condannato, è infine stata rilasciato. I direttori delle sezioni europee di Amnesty hanno avuto l'occasione d'incontrarle in Belgio il 29 maggio scorso, a margine della loro testimonianza dinanzi al comitato dei diritti umani del Parlamento europeo, in occasione di una discussione sulla situazione dei diritti in Russia. Una situazione che si degrada vieppiù: la libertà d'espressione è ridotta, alcune organizzazioni non governative sono vietate mentre i dipendenti di Amnesty a Mosca lavorano sottoposti a una pressione crescente da parte delle autorità russe. Dopo aver spiegato la loro situazione, molto problematica per quanto riguarda la sicurezza, e aver parlato di Macha, la loro collega detenuta e in sciopero della fame, le due giovani hanno indossato i loro tipici collant, costumi e cappucci colorati per la foto di gruppo. «Chi avrebbe mai creduto che un giorno il gruppo Pussy Riot sarebbe stato conosciuto in tutto il mondo per la sua lotta e per la persecuzione di cui siamo vittime?», ha sottolineato una di loro. Una pubblicità di cui farebbe volentieri a meno il presidente russo, molto preoccupato per la sua immagine all'estero. «Vorremmo ringraziare Amnesty International per aver dichiarato che i tre membri del gruppo arrestati e condannati sono prigionieri d'opinione», hanno aggiunto i le stesse Pussy Riot. «Tutte le azioni organizzate in prossimità delle ambasciate della Russia in tutto il mondo sono molto importanti: in tal modo il governo russo, la polizia e i giudici non possono agire come pare e piace a loro». |
- Incontro tra due membri del gruppo Pussy Riot e i direttori delle sezioni europee di Amnesty, il 29 maggio scorso in Belgio. | © AI
Due membri del loro gruppo sono ancora detenuti, a seguito della condanna a due anni di reclusione per aver «profanato» la cattedrale di Mosca interpretando un canto contro Putin. Un'altro, a sua volta condannato, è infine stata rilasciato.
I direttori delle sezioni europee di Amnesty hanno avuto l'occasione d'incontrarle in Belgio il 29 maggio scorso, a margine della loro testimonianza dinanzi al comitato dei diritti umani del Parlamento europeo, in occasione di una discussione sulla situazione dei diritti in Russia. Una situazione che si degrada vieppiù: la libertà d'espressione è ridotta, alcune organizzazioni non governative sono vietate mentre i dipendenti di Amnesty a Mosca lavorano sottoposti a una pressione crescente da parte delle autorità russe.
Dopo aver spiegato la loro situazione, molto problematica per quanto riguarda la sicurezza, e aver parlato di Macha, la loro collega detenuta e in sciopero della fame, le due giovani hanno indossato i loro tipici collant, costumi e cappucci colorati per la foto di gruppo. «Chi avrebbe mai creduto che un giorno il gruppo Pussy Riot sarebbe stato conosciuto in tutto il mondo per la sua lotta e per la persecuzione di cui siamo vittime?», ha sottolineato una di loro. Una pubblicità di cui farebbe volentieri a meno il presidente russo, molto preoccupato per la sua immagine all'estero. «Vorremmo ringraziare Amnesty International per aver dichiarato che i tre membri del gruppo arrestati e condannati sono prigionieri d'opinione», hanno aggiunto i le stesse Pussy Riot. «Tutte le azioni organizzate in prossimità delle ambasciate della Russia in tutto il mondo sono molto importanti: in tal modo il governo russo, la polizia e i giudici non possono agire come pare e piace a loro».