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Le modifiche permettono che le armi siano esportate verso paesi come l’Arabia Saudita, conosciuto per le gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani che vi avvengono, oppure il Pakistan, Stato instabile nel quale il rischio che le armi finiscano nelle mani di organizzazioni terroristiche è elevato.
L’adozione, nel luglio dello scorso anno, di un Trattato internazionale sul commercio delle armi meno rigido della legislazione svizzera non deve fungere da pretesto a un ammorbidimento della nostra legislazione in materia. Il Consiglio degli Stati lancia quindi un cattivo segnale alla comunità internazionale, proprio nel momento in cui si va rafforzando la tendenza verso maggiori controlli sull’esportazione di armi e quando la Svizzera è stato molto impegnata nei negoziati che hanno portato all’adozione del Trattato.