Svizzera Esame periodico universale (EPU) della Svizzera

Manon Schick, direttrice della Sezione svizzera d’Amnesty International, ha consegnato oggi al Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) le raccomandazioni formulate da una coalizione di 46 ONG  relative al secondo Esame periodico universale (EPU) della Svizzera.

«La Svizzera è lungi dall’essere una cattiva allieva in materia di diritti umani – ha dichiarato Manon Schick – ma, contrariamente a quanto molti credono, la situazione non è affatto perfetta e numerosi progressi debbono ancora essere compiuti».

In tale occasione, Manon Schick ha insistito su quattro raccomandazioni in particolare:

- E’ indubbio che dall’ultimo Esame periodico universale, il Centro svizzero di competenza per i diritti umani è stato istituito, ma non soddisfa ancora gli standard internazionali. Per tale ragione, le ONG invitano le autorità ad assumere tutte le misure necessarie per rafforzare tale istituzione.

- Il Parlamento svizzero deve proseguire gli sforzi per trovare una soluzione convincente, che garantisca la compatibilità delle iniziative popolari con i diritti umani.

- Il bisogno di una legge quadro contro le discriminazioni continua a essere conclamato in Svizzera.

- La Svizzera deve riconoscere la possibilità di agire in giudizio per la tutela dei diritti economici, sociali e culturali.

Comunicato stampa

Ginevra, 29 ottobre 2012