Turchia La polizia fa uso eccessivo della forza contro i manifestanti

Gli uffici di Amnesty Turchia trasformati in dispensario | © AI Negli ultimi giorni, la polizia turca è intervenuta contro i manifestanti, in particolare a Istanbul, con una violenza che non ha ...

Gli uffici di Amnesty Turchia trasformati in dispensario | © AI

Negli ultimi giorni, la polizia turca è intervenuta contro i manifestanti, in particolare a Istanbul, con una violenza che non ha precedenti da diversi anni. Più di un migliaio di persone sono state ferite, alcune gravemente o molto gravemente. L'ufficio della Sezione turca di Amnesty International a Istanbul è stato trasformato in un luogo di primo soccorso improvvisato.

Nella notte del 31 maggio, la polizia d’Istanbul è intervenuta con forza brutale contro un accampamento di manifestanti che si opponevano alla trasformazione della piazza Taksim. Altre manifestazioni si sono svolte in varie città turche in reazione all'uso sproporzionato della forza da parte della polizia. Si sono quindi generate nuove violenze da parte della polizia.

La sezione turca di Amnesty International ha tenuto i propri uffici situati in prossimità della piazza Taksim aperti tutta la notte, affinché i manifestanti che fuggivano dalle violenze della polizia vi trovassero riparo. 2O medici hanno curato i manifestanti feriti. Altre organizzazioni della società civile hanno assunto misure analoghe.

Uso inadeguato di gas lacrimogeni.

«In Turchia è abbastanza frequente che i poliziotti usino una violenza eccessiva, ma la repressione estremamente brutale delle manifestazioni totalmente pacifiche della piazza Taksim è del tutto scandalosa. Tale episodio ha avvelenato la situazione nelle strade di Istanbul, in cui decine di persone sono state ferite», ha affermato John Dalhusien, direttore d'Amnesty International per l'Europa.

L'uso inappropriato di gas lacrimogeni ha avuto effetti particolarmente gravi sulla sicurezza dei manifestanti, provocando innumerevoli feriti; in particolare, alcune persone sono state ferite gravemente al capo dopo essere state colpite da proiettili lacrimogeni lanciati dalla polizia. Sui luoghi dei tafferugli, il suolo è ancora coperto di centinaia di tali proiettili vuoti.

L'uso di gas lacrimogeni è avvenuto anche in luoghi angusti. Ciò è particolarmente pericoloso per la salute. In alcuni casi, proiettili sono stati tirati direttamente in abitazioni e negozi che avevano aperto le porte ai manifestanti in fuga. Testimoni indicano altresì che dei lacrimogeni sono stati esplosi in prossimità dell'accesso al pronto soccorso dell'ospedale Taksim, sito nelle vicinanze dei luoghi di numerose manifestazioni.

Amnesty International ha ricevuto informazioni secondo cui alcuni manifestanti arrestati nella notte tra il 31 maggio e il 1° giugno sarebbero stati rinchiusi anche per 12 ore consecutive nei veicoli della polizia, surriscaldati e sovraffollati, senz'acqua né toilette. L'organizzazione ha ricevuto 49 denunce di persone che affermavano di essere state maltrattate dalla polizia durante il fermo.

E' stato altresì riferito che a manifestanti feriti, detenuti o che si trovavano per strada, non sono state somministrate le cure mediche necessarie.

Alcuni avvocati hanno indicato ad Amnesty International che manifestanti feriti sono stati tratti in arresto e condotti alla stazione di polizia allorché necessitavano di un ricovero in ospedale. Una volta sottoposti a fermo, non sono stati curati.

Appello urgente al primo ministro Erdogan

«Risulta chiaro che il ricorso alla forza da parte della polizia è motivato non dalla necessità di reagire alle violenze – che sono state molto scarse da parte dei manifestanti – bensì dalla volontà d'impedire e scoraggiare qualsiasi tipo di manifestazione», ha denunciato John Dalhusien.

Amnesty International ha lanciato un appello urgente ai suoi militanti ovunque nel mondo affinché agiscano in merito a quanto accade in Turchia. L'organizzazione si appella al primo ministro turco, Recep Tayyip Erdogan, affinché intervenga immediatamente per mettere fine alle violenze da parte della polizia. I maltrattamenti in occasione degli arresti e dei fermi debbono cessare e tutti coloro i quali ne sono stati vittima debbono beneficiare delle cure mediche del caso. Un'inchiesta indipendente ed efficace dev'essere condotta su tali violenze e il governo deve cessare senza indugio di gettare benzina sul fuoco.

«Le autorità turche debbono autorizzare le manifestazioni pacifiche, rivedere con la massima urgenza i metodi della polizia e indagare sulle violenze commesse allo scopo di far sì che i responsabili ne rendano conto», ha concluso John Dalhusien.
Gli uffici di Amnesty Turchia trasformati in dispensario | © AI

Negli ultimi giorni, la polizia turca è intervenuta contro i manifestanti, in particolare a Istanbul, con una violenza che non ha precedenti da diversi anni. Più di un migliaio di persone sono state ferite, alcune gravemente o molto gravemente. L'ufficio della Sezione turca di Amnesty International a Istanbul è stato trasformato in un luogo di primo soccorso improvvisato.

Nella notte del 31 maggio, la polizia d’Istanbul è intervenuta con forza brutale contro un accampamento di manifestanti che si opponevano alla trasformazione della piazza Taksim. Altre manifestazioni si sono svolte in varie città turche in reazione all'uso sproporzionato della forza da parte della polizia. Si sono quindi generate nuove violenze da parte della polizia.

La sezione turca di Amnesty International ha tenuto i propri uffici situati in prossimità della piazza Taksim aperti tutta la notte, affinché i manifestanti che fuggivano dalle violenze della polizia vi trovassero riparo. 2O medici hanno curato i manifestanti feriti. Altre organizzazioni della società civile hanno assunto misure analoghe.

Uso inadeguato di gas lacrimogeni.

«In Turchia è abbastanza frequente che i poliziotti usino una violenza eccessiva, ma la repressione estremamente brutale delle manifestazioni totalmente pacifiche della piazza Taksim è del tutto scandalosa. Tale episodio ha avvelenato la situazione nelle strade di Istanbul, in cui decine di persone sono state ferite», ha affermato John Dalhusien, direttore d'Amnesty International per l'Europa.

L'uso inappropriato di gas lacrimogeni ha avuto effetti particolarmente gravi sulla sicurezza dei manifestanti, provocando innumerevoli feriti; in particolare, alcune persone sono state ferite gravemente al capo dopo essere state colpite da proiettili lacrimogeni lanciati dalla polizia. Sui luoghi dei tafferugli, il suolo è ancora coperto di centinaia di tali proiettili vuoti.

L'uso di gas lacrimogeni è avvenuto anche in luoghi angusti. Ciò è particolarmente pericoloso per la salute. In alcuni casi, proiettili sono stati tirati direttamente in abitazioni e negozi che avevano aperto le porte ai manifestanti in fuga. Testimoni indicano altresì che dei lacrimogeni sono stati esplosi in prossimità dell'accesso al pronto soccorso dell'ospedale Taksim, sito nelle vicinanze dei luoghi di numerose manifestazioni.

Amnesty International ha ricevuto informazioni secondo cui alcuni manifestanti arrestati nella notte tra il 31 maggio e il 1° giugno sarebbero stati rinchiusi anche per 12 ore consecutive nei veicoli della polizia, surriscaldati e sovraffollati, senz'acqua né toilette. L'organizzazione ha ricevuto 49 denunce di persone che affermavano di essere state maltrattate dalla polizia durante il fermo.

E' stato altresì riferito che a manifestanti feriti, detenuti o che si trovavano per strada, non sono state somministrate le cure mediche necessarie.

Alcuni avvocati hanno indicato ad Amnesty International che manifestanti feriti sono stati tratti in arresto e condotti alla stazione di polizia allorché necessitavano di un ricovero in ospedale. Una volta sottoposti a fermo, non sono stati curati.

Appello urgente al primo ministro Erdogan

«Risulta chiaro che il ricorso alla forza da parte della polizia è motivato non dalla necessità di reagire alle violenze – che sono state molto scarse da parte dei manifestanti – bensì dalla volontà d'impedire e scoraggiare qualsiasi tipo di manifestazione», ha denunciato John Dalhusien.

Amnesty International ha lanciato un appello urgente ai suoi militanti ovunque nel mondo affinché agiscano in merito a quanto accade in Turchia. L'organizzazione si appella al primo ministro turco, Recep Tayyip Erdogan, affinché intervenga immediatamente per mettere fine alle violenze da parte della polizia. I maltrattamenti in occasione degli arresti e dei fermi debbono cessare e tutti coloro i quali ne sono stati vittima debbono beneficiare delle cure mediche del caso. Un'inchiesta indipendente ed efficace dev'essere condotta su tali violenze e il governo deve cessare senza indugio di gettare benzina sul fuoco.

«Le autorità turche debbono autorizzare le manifestazioni pacifiche, rivedere con la massima urgenza i metodi della polizia e indagare sulle violenze commesse allo scopo di far sì che i responsabili ne rendano conto», ha concluso John Dalhusien.