Dal 6 al 12 ottobre settimana d'azione in Russia per la libertà d'espressione| © Demotix/AI
Dal 6 al 12 ottobre settimana d'azione in Russia per la libertà d'espressione| © Demotix/AI

8. anniversario dell'assassinio di Anna Politkovskaja Ancora dura la vita dei giornalisti in Russia

Otto anni fa veniva assassinata davanti all’ingresso del suo appartamento Anna Politkovskaja. La giornalista della Novaya Gazeta si era distinta per aver riferito in modo critico sulle violazioni dei diritti umani in Cecenia e nel Caucaso del Nord. Oggi la vita dei giornalisti nella Russia di Putin è sempre più dura.

Sergei Nikitin, direttore degli uffici di Amnesty a Mosca dichiara: «Il tragico assassinio di Anna Politkovskaya mostra chiaramente cosa rischiano donne e uomini in Russia quando denunciano violazioni dei diritti umani e corruzione. Fino a quando il caso di Anna Politkovskaja non sarà chiuso, tutti i giornalisti e gli attivisti sono in pericolo. Le autorità russe devono fornire prove concrete che dimostrino la volontà di fare chiarezza sull’assassinio di Anna Politkovskaya e di portare di fronte alla giustizia il responsabile».

Anna Politkovskaja non è l'unica giornalista che ha perso la vita in Russia a causa del suo lavoro. Dal dicembre 2011, il governo russo ha adottato una serie di leggi restrittive per ostacolare il lavoro delle redazioni indipendenti.  Dall'intervento militare in Ucraina nel marzo 2014, il controllo sui media si è ulteriormente inasprito.

«Fiori per Anna»

Un targa di bronzo posta sulla facciata dell’edificio dove ha sede la Novaya Gazeta ricorda Anna Politkovskaya e il suo lavoro. Il 7 ottobre verranno posti di fronte all’edificio tantissimi fiori di carta, fatti con le prime pagine di giornali e riviste di tutto il mondo. L'azione vuole ricordare al pubblico che la vita di Anna - conclusasi in maniera brutale - e il suo lavoro in difesa dei diritti umani e della verità, non devono essere dimenticati.

Nuovo rapporto sulla libertà di espressione in Russia

Amnesty International organizza dal 6 al 12 Ottobre 2014 una settimana di azione globale per protestare contro la repressione in corso in Russia. Attivisti di Amnesty parteciperanno in molti paesi europei con flash mob, campagne online e lettere. Amnesty ha pubblicato un nuovo rapporto Violation of the right to freedom of expression, association and assembly in Russia, che evidenzia quattro aree di repressione:

  • i media indipendenti - giornalisti minacciati, molestati, aggrediti verbalmente e fisicamente o addirittura assassinati nella totale impunità
  • le organizzazioni non governative (Ong) – screditate, multate e costrette a chiudere a causa del loro lavoro indipendente e critico
  • i manifestanti a cui viene negato il diritto di esprimere la propria opinione in spazi pubblici e che vengono arrestati e condannati in processi iniqui
  • la comunità LGBTI discriminata da una legge omofoba e privata della loro libertà d’espressione

Ulteriori informazioni sulla settimana d'azione in Russia: www.amnesty.org/en/Speak-out-Russia

Video: Don't be a Dummy:

In Russia le manifestazioni che coinvolgono più di una persona sono vietate.  Scopri l’originale strategia adottata dagli attivisti di Amnesty per esprimersi nelle strade di Mosca…


La redazione della Novaya Gazeta si trova in un palazzo di cemento, in cui si alternano il rosa e il nero, in un quartiere a due chilometri dal centro del potere russo, il Cremlino.

Fieramente indipendente sin da quando, nel 1993, Mikhail Gorbaciov contribuì a fondarla con i soldi del premio Nobel per la pace, oggi la Novaya Gazeta è una delle poche voci libere rimaste nel panorama dell'informazione russa. È vista, sia in patria che all'estero, come una seria fonte di giornalismo investigativo su temi di grande interesse per la popolazione russa.

Tutto questo ha avuto un prezzo.

Quattro tra giornalisti e collaboratori della Novaya Gazeta sono stati assassinati; un altro è morto improvvisamente in circostanze sospette; molti altri sono stati vittime di minacce e aggressioni.

Quello di Anna Politkovskaja è senza dubbio il nome più noto tra quelli degli eroi dell'informazione caduti: instancabile difensora dei diritti umani, dura oppositrice della guerra in Cecenia, infaticabile ricercatrice delle verità nascoste dietro il conflitto, pluripremiata per le sue inchieste dal Caucaso del Nord.

Anna fu uccisa in pieno giorno mentre stava entrando nel palazzo dove abitava, il 7 ottobre 2006. Ironicamente, quella data è anche quella del compleanno di uno dei suoi principali avversari, l'attuale presidente russo Vladimir Putin, il cui ruolo nel conflitto ceceno Anna aveva più volte criticato nei suoi articoli e nei suoi libri.

Nel giugno 2014, dopo anni di procedimenti giudiziari, due agenti di polizia e tre membri di una famiglia cecena coinvolta nel crimine organizzato, sono stati condannati e imprigionati per il suo omicidio. Ma chi lo ha ordinato continua a girare a piede libero e le indagini non vanno avanti.

Ad Anna e al suo lavoro è dedicato un memoriale di bronzo di fronte all'entrata della redazione della Novaya Gazeta. Quest'opera è rivolta alla strada, al pubblico. Alcuni giorni prima dell'anniversario del suo omicidio, una mano solidale ha deposto un garofano ai piedi del memoriale. Altri fiori verranno deposti in occasione del 7 ottobre, per dire che la sua azione in favore dei diritti umani e il suo coraggio di dire la verità di fronte al potere non saranno mai dimenticati.

Amnesty International continuerà a stare accanto ai familiari di Anna, ai suoi colleghi e a tutte le persone che continuano a lottare perché sia fatta piena giustizia per il suo assassinio.

7 ottobre 2014