Le forze di sicurezza israeliane hanno mostrato cinico disprezzo per la vita umana uccidendo dozzine di civili palestinesi, inclusi bambini, nella Cisgiordania occupata. Nel corso degli ultimi tre anni almeno 261 palestinesi, tra i quali 67 bambini, sono stati gravemente feriti da colpi sparati dalle forze israeliane nella quasi totale impunità. È quanto afferma Amnesty International in un rapporto reso noto il 27 febbraio.
Il documento, intitolato Trigger-happy: Israel’s use of excessive force in the West Bank descrive l’incremento dello spargimento di sangue e di violazioni dei diritti umani nei Territori occupati palestinesi. Un risultato questo dell’uso non necessario, arbitrario ed eccessivo della forza contro i palestinesi da gennaio 2011.
In tutti i casi esaminati da Amnesty International i palestinesi uccisi da soldati israeliani non sembravano rappresentare una minaccia diretta e immediata a vite umane. In alcuni casi ci sono le prove che l’uccisione fosse intenzionale, nel qual caso si tratterebbe di crimini di guerra.
Morti e feriti
Amnesty International ha documentato l’uccisione di 22 civili palestinesi in Cisgiordania lo scorso anno, almeno 14 dei quali nell’ambito di manifestazioni. La maggior parte delle vittime erano giovani adulti di meno di 25anni, almeno quattro erano bambini.
Secondo le cifre dell’ONU il numero di palestinesi di Cisgiordania uccisi dalle forze israeliane nel 2013 è superiore alle vittime recensite complessivamente nel 2011 e nel 2012.
Tra le persone uccise o ferite si annoverano manifestanti pacifici, civili che si trovavano casualmente sul posto, militanti per i diritti umani e giornalisti.
Nel corso degli ultimi 3 anni almeno 261 palestinesi, tra i quali 67 bambini, sono stati gravemente feriti da colpi sparati dalle forze israeliane in Cisgiordania.
Dal gennaio 2011 in Cisgiordania oltre 8000 civili, tra i quali 1500 bambini, sono stati colpiti o sono rimasti gravemente feriti dallo sparo di proiettili avvolti nella plastica o dall’uso inappropriato di gas lacrimogeni, che in alcuni casi ha causato la morte delle vittime.
Numerose vittime sono state colpite alle spalle, probabilmente prese di mira mentre tentavano di fuggire e quando non rappresentavano alcuna minaccia per la vita di membri delle forze armate israeliane o altre persone.
Indagini insufficienti
A oltre un anno dai fatti, le conclusioni delle indagini condotte dalle autorità israeliana e su diversi omicidi presunti illegali non sono state rese pubbliche.
“Il sistema israeliano presenta delle lacune deplorevoli. Pecca per la sua mancanza di indipendenza, di imparzialità e di trasparenza. Le autorità devono condurre in tempi brevi delle indagini approfondite e indipendenti su tutti i casi di presunto ricorso arbitrario e violento alla forza, in particolare nei casi in cui vi sono stati morti e feriti gravi”, ha dichiarato Philip Luther, direttore del programma Medio Oriente e Nordafrica di Amnesty International. “È necessario dire chiaramente ai soldati e ai poliziotti israeliani che le violazioni dei diritti umani non resteranno impunite. Se i responsabili non sono chiamati a rispondere delle proprie azioni il numero di morti e feriti non diminuirà.”
Manifestazioni
Nel corso degli ultimi anni sono continuate in Cisgiordania le manifestazioni contro l’occupazione israeliana e le pratiche repressive ad essa correlate. Lo sviluppo costante di colonie israeliane illegali, il muro/barriera di 800 km e le demolizioni forzate di case sono molti motivi di malcontento della popolazione palestinese.
Manifestazioni sono organizzate a scadenza regolare per protestare contro la detenzione di migliaia di palestinesi, contro le incursioni militari a Gaza e per protestare contro il fatto che palestinesi vengono feriti o uccisi in occasione di manifestazioni o raid.
I trasferimenti di armi devono essere sospesi
Amnesty International chiede alle autorità israeliane di dare ordine ai propri soldati di non fare uso di forza assassina, compresi proiettili letali e di gomma, fatta salva la necessità di proteggere delle vite.
L’organizzazione esorta gli Stati Uniti, l’Unione europea e la comunità internazionale a sospendere qualsiasi trasferimento di munizioni, armi e altri materiali simili verso Israele.
“Se la comunità internazionale non esercita pressione la situazione non cambierà rapidamente,” ha dichiarato Philip Luther, “Troppi civili sono morti. Bisogna mettere fine a queste pratiche. Se le autorità israeliane vogliono dimostrare al mondo il proprio attaccamento ai principi democratici e alle norme internazionali relative ai diritti umani devono mettere fine immediatamente agli omicidi illegali e al ricorso ingiustificato alla forza.”
Informazioni complementari
Già in passato i soldati israeliani hanno fatto un uso eccessivo della forza contro i dimostranti palestinesi in Cisgiordania, già a partire dalla prima Intifada del 1987.
In un documento di sintesi pubblicato nel settembre 2013 Shut Up We are the Police’: Use of excessive force by the Palestinian Authority in the Occupied West Bank , Amnesty International ha documentato le violazioni dei diritti umani da parte delle autorità palestinesi nei confronti dei dimostranti palestinesi.