L'attacco della notte del 29 luglio contro una scuola elementare della Striscia di Gaza, che ha causato almeno 20 morti e decine di feriti, può costituire un crimine di guerra e, secondo Amnesty International, dev'essere oggetto di un'indagine indipendente.
La scuola gestita dall'Unrwa (l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi) nell'affollatissimo campo profughi di Jabaliya, ospitava oltre 3000 sfollati.
Sulla base dei frammenti di artiglieria raccolti sul posto, l'Unrwa ha dichiarato che la scuola è stata colpita da un attacco israeliano, nonostante l'agenzia avesse per 17 volte comunicato le coordinate della scuola all'esercito israeliano.
Dall'8 luglio, quando è iniziata l'operazione militare israeliana "Margine protettivo", sono state colpite sei scuole gestite dalle Nazioni Unite a Gaza.
«Se l'attacco alla scuola dell'Unrwa di Jabaliya fosse il risultato dell'azione dell'artiglieria israeliane, si tratterebbe di un attacco indiscriminato e come tale di un crimine di guerra. L'artiglieria non dovrebbe mai essere usata contro obiettivi situati in zone densamente abitate e il suo uso può essere considerato tutto meno che idoneo a portare a termine un cosiddetto attacco chirurgico», ha dichiarato Philip Luther, direttore del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.
«Mentre il numero delle vittime civili continua a crescere in modo allarmante, Israele ha l'obbligo di prendere tutte le precauzioni possibili per proteggere i civili. È assurdo che persone che avevano seguito gli avvisi dell'esercito israeliano a lasciare le loro case siano state ferite e uccise nottetempo in quello che pensavano fosse un riparo sicuro presso una scuola delle Nazioni Unite», ha aggiunto Luther.
È inevitabile che il ripetuto uso dell'artiglieria in zone fittamente abitate porti a uccisioni e ferimenti illegali di civili e al danneggiamento o alla distruzione di edifici civili, al di là dell'obiettivo designato. Le forze israeliane hanno usato tattiche sconsiderate del genere in passato, come durante l'operazione "Piombo fuso" del 2008-2009, che causò la morte di circa 1400 palestinesi, in maggior parte civili.
In tre occasioni l'Unrwa ha denunciato di aver rinvenuto razzi ammassati dai gruppi armati palestinesi all'interno di sue scuole che in quel momento non erano adibite a rifugi. Amnesty International ha chiesto ad Hamas e a tutti i gruppi armati palestinesi di non mettere a rischio i civili nascondendo munizioni in strutture delle Nazioni Unite e in altri edifici civili.
L'attacco alla scuola delle Nazioni Unite è giunto il giorno dopo quello che ha gravemente danneggiato l'unica centrale elettrica di Gaza, per la cui riparazione occorrerà almeno un anno.
«Questo attacco, che ha privato di energia elettrica e acqua corrente la popolazione di Gaza e numerosi ospedali avrà conseguenze catastrofiche sul piano umanitario e con ogni probabilità costituisce un crimine di guerra. Non può esservi alcuna giustificazione per colpire una struttura civile che fornisce servizi cruciali alla popolazione civile. Gli effetti devastanti di questo attacco potrebbero costituire una punizione collettiva nei confronti della popolazione di Gaza» - ha proseguito Luther.
«Il Consiglio Onu dei diritti umani, la settimana scorsa, ha istituito una commissione d'inchiesta per indagare sulle violazioni del diritto internazionale umanitario nel conflitto in corso. In profondo contrasto con le esperienze dei precedenti conflitti di Gaza, questa volta le indagini sui possibili crimini di guerra devono dare un risultato: portare i responsabili di fronte alla giustizia», ha concluso Luther.