Secondo il portavoce del ministero della Salute di Gaza, il 21 luglio scorso il terzo piano dell'ospedale Al-Aqsa a Deir al-Balah è stato distrutto da un bombardamento israeliano, causando la morte di quattro persone e il ferimento di altre decine.
«Quello contro l'ospedale Al-Aqsa è l'ultimo di una serie di attacchi nei confronti o nei pressi delle strutture mediche di Gaza, le quali stanno lottando per fronteggiare l'emergenza di migliaia di feriti, da quando l'8 luglio Israele ha lanciato la sua offensiva militare» - ha dichiarato Philip Luther, direttore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. «Prendere di mira strutture mediche è sempre ingiustificabile. Questi attacchi sottolineano la necessità che l'Onu disponga di una rapida e imparziale indagine internazionale».
Dopo il quarto giorno di offensiva terrestre il numero dei morti a Gaza ha superato i 550, per lo più civili. È necessario che le parti accettino di sospendere periodicamente i combattimenti per facilitare l'evacuazione dei morti e dei feriti. Inoltre, con circa un milione e 200.000 persone che non hanno accesso ad acqua potabile e servizi fognari, è necessario che il personale locale e le organizzazioni di soccorso effettuino le riparazioni d'emergenza indispensabili per prevenire una catastrofe sanitaria.
L'intenso bombardamento israeliano a Shujaiya, avvenuto tra sabato notte e domenica mattina, ha causato oltre 60 morti, tra cui almeno 17 bambini e 14 donne, e più di 200 feriti. La popolazione civile è stata costretta a lasciare la zona sotto il fuoco. Almeno 13 soldati israeliani sono stati uccisi, la maggior parte dei quali a Shujaiya.
Hamas, dal canto suo, ha continuato a lanciare centinaia di razzi contro Israele, violando il diritto internazionale, nonché uccidendo due civili israeliani e ferendone altri.
L'esercito israeliano ha affermato che Shujaiya, un quartiere orientale di Gaza City abitato da circa 92.000 persone, è stato colpito in quanto era una "fortezza" ospitante razzi, tunnel e centri di comando. Esponenti dell’esercito e del governo hanno ripetutamente affermato che la popolazione era stata avvisata giorni prima affinché evacuasse il quartiere.
Tuttavia, molti abitanti di Shujaiya e di svariate altre zone non hanno lasciato le loro case, non avendo alcun posto dove andare. Tutte le scuole gestite dall'Unrwa e una serie di strutture adibite a rifugi sono sovraffollate. Emanare avvisi per evacuare intere zone non esenta Israele dal rispettare l'obbligo, previsto dal diritto internazionale umanitario, di proteggere i civili.
«L'incessante bombardamento di Shujaiya e di altre aree residenziali della Striscia di Gaza, così come i continui attacchi indiscriminati contro Israele, richiedono un'azione urgente internazionale per prevenire ulteriori violazioni. Le Nazioni Unite dovrebbero imporre un embargo sulle armi a tutte le parti in conflitto, e gli stati dovrebbero immediatamente sospendere i trasferimenti di forniture militari a Israele, Hamas e i gruppi armati palestinesi nella Striscia di Gaza» - ha concluso Luther.
Comunicato stampa, pubblicato il 21 luglio 2014. - Contatto media