Mondiali di calcio 2022 Qatar: inerzia nella lotta contro lo sfruttamento dei lavoratori migranti

Le autorità del Qatar sono in grave ritardo con gli sforzi per affrontare le dilaganti violazioni dei diritti dei lavoratori migranti. È quanto denuncia Amnesty International in un rapporto pubblicato sei mesi dopo l’annuncio del governo di una serie di riforme per affrontare lo sfruttamento dei lavoratori in vista della Coppa del Mondo 2022.

Il rapporto, intitolato No Time Extra: How Qatar is still failing on workers’ rights ahead of the Wolrd Cup, mette in evidenza come il governo del Qatar non sia riuscito a riformare i sistemi che incoraggiano lo sfruttamento dei lavoratori migranti e abbia compiuto solo minimi progressi rispetto alle misure annunciate lo scorso maggio.

 

«Nonostante le promesse di fare le cose in modo diverso all’avvicinarsi della Coppa del Mondo, il governo del Qatar non ha ancora adottato le modifiche più importanti, come ad esempio l’abolizione del sistema di sponsorship e dei permessi di uscita per i lavoratori migranti, due misure che permettono ai datori di lavori di controllare la libertà di movimento dei loro impiegati», ha detto Sherif Elsayed-Ali, responsabile dei diritti dei rifugiati e dei migranti di Amnesty International.

Amnesty International già in passato aveva denunciato diverse pratiche di sfruttamento dei lavoratori in Qatar, come il ritardo nel pagamento dei salari e le condizioni di lavoro disumane, adducendo inoltre esempi di lavoro forzato e violenze fisiche e sessuali nei confronti di lavoratori e lavoratrici in ambito domestico.

Amnesty International esorta pertanto il governo del Qatar ad adottare le seguenti misure per rendere il diritto del lavoro conforme ai suoi obblighi nei confronti del rispetto dei diritti umani:

- abolire il permesso di uscita dal paese per i lavoratori;

- avviare un'indagine indipendente sulle cause di morte dei lavoratori migranti;

- sopprimere i costi (proibitivi)  che impediscono ai lavoratori di presentare denuncia in tribunale;

- pubblicare i nomi dei datori di lavoro che non rispettano le misure;

- garantire  ai lavoratori domestici la stessa protezione giuridica offerta ad altri lavoratori.

Amnesty International continuerà a monitorare la situazione in Qatar nel corso dei prossimi sei mesi.

 

12 novembre 2014