Per la prima volta, un trattato integra esplicitamente le ripercussioni in termini di diritti umani di tutte le vendite di armi in tutte le transazioni.
Dalla metà degli anni 1990, Amnesty International e i suoi sostenitori hanno fatto una pressione incessante e di campagna in favore dell’ATT. Essendo il primo trattato giuridicamente vincolante di questo tipo, arginerà il flusso di armi verso quei governi che le utilizzerebbero per commettere atrocità.
«Questo è un passo avanti davvero storico. Mostra cosa è possibile raggiungere quando gli attivisti per i diritti umani s’impegnano in una lunga lotta e lavorano instancabilmente per trasformare una buona idea in una realtà che salva delle vita in tutto il mondo», ha dichiarato Alain Bovard, esperto del commercio di armi della Sezione svizzera di Amnesty International.
«Quando un piccolo gruppo di persone, tra cui attivisti di Amnesty International, ha proposto per la prima volta di regolamentare il commercio irresponsabile delle armi nei primi anni ‘90, l’idea fece ridere diverse persone. Due decenni dopo, il trattato è diventato una realtà giuridicamente vincolante che ricompensa il lavoro, la creatività e la determinazione di questi instancabili attivisti» ha aggiunto Alain Bovard.
Almeno 500.000 persone muoiono ogni anno, in media, e altri milioni sono feriti, violentati e costretti a lasciare le loro case a causa della debole regolamentazione del commercio mondiale delle armi e delle munizioni. I dettagli di questo commercio sono spesso avvolti nel mistero, ma il valore ufficiale di trasferimenti internazionali si avvicina ai 100 miliardi di dollari all'anno.
L’ATT contiene una serie di regole volte a fermare il flusso di armi verso paesi noti per commettere o facilitare il genocidio, crimini contro l'umanità, crimini di guerra o altre gravi violazioni dei diritti umani.
Gli Stati firmatari tra i maggiori esportatori
Dei 10 principali esportatori di armi, cinque sono tra i 60 Stati che hanno già ratificato l’ATT: Germania, Spagna, Francia, Italia e Regno Unito. Gli Stati Uniti, di gran lunga il maggior produttore ed esportatore di armi al mondo, è tra i 68 paesi che hanno firmato ma non ancora ratificato. Altri produttori importanti di armi come la Cina, il Canada, Israele e Russia si rifiutano di firmare e ratificare il trattato.
Amnesty International continuerà a fare pressione affinché tutti gli Stati adottino l'ATT. I sostenitori della organizzazione chiederanno agli Stati Uniti, alla Cina e ad altri paesi del mondo di ratificare la ATT nel corso del prossimo anno.
«Il lavoro non si ferma qui, e noi non riposeremo sugli allori. Nonostante l’ATT stabilisca regole di base indispensabili per il commercio mondiale di armi, non è la panacea. Sarà necessaria una pressione ancor maggiore affinché gli Stati rispettino scrupolosamente le misure stabilite dall’ATT», ha detto Alain Bovard.
Maggiori informazioni
Il 2 aprile 2013, 155 Stati hanno votato all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a favore dell'adozione della ATT.
Amnesty International ha denunciato trasferimenti irresponsabili di armi e ha dimostrato che contribuiscono a gravi violazioni dei diritti umani.
In particolare: le consegne di armi fornite dagli Stati Uniti all’Iraq, dove l'organizzazione ha documentato gravi violazioni dei diritti umani commesse negli ultimi mesi; un grosso carico cinese di armi e munizioni nel Sudan del Sud, paese in conflitto, dove Amnesty International ha documentato crimini di guerra e crimini contro l'umanità; e una serie di paesi che forniscono armi leggere e di piccolo calibro in Honduras, paese che, secondo le statistiche delle Nazioni Unite, ha il tasso di omicidi più alto al mondo.
La lista degli Stati che firmato e ratificato l’ATT è disponibile qui:
http://www.un.org/disarmament/ATT/
22 dicembre 2014