Turchia Miseria e violenza ai confini aggravano la situazione dei rifugiati siriani

La passività della comunità internazionale di fronte al continuo aumento del numero di profughi siriani in Turchia è all’origine di una crisi senza precedenti. A sostenerlo Amnesty International in ...

La passività della comunità internazionale di fronte al continuo aumento del numero di profughi siriani in Turchia è all’origine di una crisi senza precedenti. A sostenerlo Amnesty International in un nuovo rapporto reso pubblico giovedì 20 novembre. I rifugiati rischiano di essere respinti nelle zone di guerra a colpi d’arma da fuoco, mentre centinaia di migliaia vivono in povertà.

 

Nel rapporto, intitolato Struggling to Survive: Refugees from Syria in Turkey, Amnesty International mette in evidenza i gravi rischi di violazioni dei diritti umani cui vanno incontro 1,6 milioni di persone che hanno trovato riparo in Turchia negli ultimi tre anni e mezzo. Il rapporto descrive anche la riluttanza della comunità internazionale ad assumersi la responsabilità finanziaria di fronte a questa gravissima crisi umanitaria.

«La Turchia sta vivendo grandi difficoltà nel soddisfare le esigenze di base di centinaia di migliaia di profughi siriani. Di conseguenza, molti di coloro che sono riusciti a varcare il confine, ora vivono in condizioni di estrema povertà. Fermo restando che l'assistenza umanitaria internazionale lascia a desiderare, la Turchia dovrebbe comunque fare di più per cercare di ottenere maggiori aiuti», ha detto Andrew Gardner, ricercatore di Amnesty International sulla Turchia.

La Turchia ospita la metà dei 3,2 milioni di rifugiati fuggiti da violenza, persecuzione e altre violazioni dei diritti umani in Siria. Sino ad ora, la Turchia ha dichiarato di aver speso 3,2 miliardi di euro per far fronte a questa crisi. Nel frattempo, alla fine del mese di ottobre soltanto il 28 per cento dei 497 milioni dollari, sollecitati dalle Nazioni Unite nel suo appello per i rifugiati siriani, è stato garantito dai donatori internazionali.

Insieme a Libano, Giordania, Iraq e Egitto, la Turchia accoglie il 97 per cento dei rifugiati provenienti dalla Siria.

«La Turchia si è impegnata a pagare una parte importante dell'onere finanziario della crisi. È invece deplorevole la riluttanza dei paesi ricchi ad assumersi maggiori responsabilità finanziarie e a garantire un numero ragionevole di posti di accoglienza», ha detto Andrew Gardner.

Spari alle frontiere
Mentre la Turchia dichiara di applicare una politica di confini aperti per i rifugiati ai valichi ufficiali, ne risultano completamente aperti soltanto due lungo un confine che si estende per 900 chilometri. Anche a quei due valichi, chi è senza passaporto viene regolarmente rimandato indietro, a meno che non manifesti urgenti necessità di tipo medico o umanitario.

Inoltre, i valichi di frontiera sono pericolosamente lontani per la maggioranza dei rifugiati, molti dei quali non hanno altra opzione che intraprendere attraversamenti irregolari nei pressi delle zone di conflitto, spesso affidandosi a contrabbandieri. Spesso le guardie di frontiera reagiscono con la forza.

Da dicembre 2013 ad agosto 2014, Amnesty International ha registrato almeno 17 persone uccise dalle guardie di frontiera turche coi proiettili veri mentre cercavano di attraversare valichi di frontiera non ufficiali. Molte altre persone sono state picchiate e respinte verso la guerra.

La situazione sul territorio turco

Dei 1,6 milioni di profughi siriani in Turchia, solo 220.000 vivono nei 22 campi ben attrezzati che hanno però raggiunto il massimo della capienza. Ciò significa che 1,3 milioni di persone sono abbandonati a loro stessi. Secondo fonti del governo turco, solo il 15% dei rifugiati siriani che vivono fuori dai campi ufficiali ricevono aiuti da parte di organizzazioni umanitarie.

La Svizzera deve fare di più

Dal 2011, la Svizzera ha accolto più di 9.000 profughi siriani attraverso concessioni agevolate di visti e procedure ordinarie d’asilo. La Svizzera ha inoltre accolto 500 rifugiati su richiesta dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). Ha inoltre stanziato 125 milioni di franchi in aiuti umanitari per sostenere diversi progetti di aiuto nella regione. Considerando la portata della crisi umanitaria e la difficile situazione in cui versano i paesi come la Turchia, che stanno accogliendo un grandissimo numero di rifugiati siriani, la Svizzera deve fare di più.

Amnesty International chiede in particolare:

  • di facilitare la concessione dei visti: durante l'autunno del 2013 i siriani che vivevano in Svizzera hanno potuto godere di procedure agevolate per il ricongiungimento familiare. Questa pratica è però stata bruscamente interrotta.
  • di trattare in modo rapido le domande pendenti di asilo, concedendo asilo o protezione temporanea.
  • di rafforzare l'impegno per il sostegno dei rifugiati nei principali paesi d’accoglienza: Turchia, Libano e Giordania.

20 novembre 2014