Smascherati cinque pregiudizi sulla tortura

La tortura è usata soprattutto contro i sospetti di terrorismo e di guerra Le ricerche di Amnesty International mostrano che la tortura e altre forme di maltrattamenti continuano ad essere un ...

 

La tortura è usata soprattutto contro i sospetti di terrorismo e di guerra

Le ricerche di Amnesty International mostrano che la tortura e altre forme di maltrattamenti continuano ad essere un problema in molti paesi confrontati con minacce reali, o percepite come tali, contro la sicurezza nazionale, compreso il terrorismo.

Tuttavia, l'enfasi su queste pratiche nel contesto di ciò che le autorità statunitensi definivano "guerra contro il terrorismo" nei primi anni del ventunesimo secolo, potrebbe aver distorto l'immagine globale che si ha della realtà. Le nostre ricerche evidenziano che la maggior parte delle vittime di tortura e di altri maltrattamenti non sono terroristi pericolosi, ma persone povere, emarginate e senza potere, le cui storie raramente attraggono l'attenzione dei media e dell'opinione pubblica.

Ciò significa che la tortura continua ad essere utilizzata per contrastare il terrorismo, ma anche come modo per disumanizzare il nemico. La realtà non è insomma come 24 o Zero Dark Thirty.

La maggior parte delle vittime di tortura non sono terroristi, ma semplicemente poveri, spesso diversi, o semplicemente persone in disaccordo con il governo. In ogni caso, qualsiasi sia la motivazione, l'identità della persona e dei fatti a lei addebitati, la tortura e altri maltrattamenti sono assolutamente proibiti e mai giustificati.

La tortura è l'unico modo per ottenere informazioni rapidamente

La tortura è un modo primitivo e brutale per ottenere informazioni. Gli Stati hanno una vasta gamma di metodi per raccogliere informazioni senza ricorrere a pratiche illegali. In particolare, strategie più “umane” di interrogatorio si sono dimostrate efficaci per ottenere informazioni importanti su atti criminali, senza le conseguenze disastrose a livello personale, sociale e legale che implica il ricorso alla tortura.

Alcune forme di tortura non sono così gravi

Non esistono gradi di tortura.

Da un punto di vista giuridico, la tortura è un qualsiasi atto intenzionale che abbia lo scopo di infliggere dolore o intensa sofferenza fisica o mentale ad una persona per punirla o per ottenere informazioni. Non esiste tortura “leggera”.

Tutte le forme di tortura sono spregevoli e illegali – comprese scosse elettriche, percosse, stupri, umiliazioni, finte esecuzioni, ustioni, privazione del sonno, posture contorte imposte durante lunghe ore, l'uso di pinze, droghe o cani. Purtroppo, tutti questi metodi sono comunemente usati in tutto il mondo.

Il fine giustifica i mezzi

No! La tortura non è mai legale o accettabile. I paesi che attualmente consentono la tortura violano le norme riconosciute a livello internazionale.

In termini giuridici, il divieto assoluto di tortura e di altri maltrattamenti è intangibile, ovvero è inderogabile anche in circostanze eccezionali.

Tuttavia, molti Stati continuano a praticare la tortura per diverse ragioni, in primo luogo perché convinti di beneficiarne - o pensano che sia così - e poi perché i responsabili solo raramente sono portati di fronte alla giustizia. Molto resta ancora da fare per porre fine a questa pratica spregevole.


Solo i dittatori usano la tortura

Negli ultimi cinque anni, Amnesty International ha segnalato casi di tortura e di altri tipi di maltrattamenti in 141 paesi.


In alcuni di questi paesi la tortura è poco utilizzata, mentre in altri è pratica diffusa. In ogni caso, anche una sola volta, è di troppo!

Le prove raccolte da Amnesty International, sostenute da oltre 50 anni di esperienza nella raccolta dei dati e di campagne contro questa violazione dei diritti umani, mostrano che la tortura è una pratica tutt’altro che scomparsa.