A Teheran grandi manifesti promuovono le famiglie numerose con slogan simili a questo: "La primavera non si accontenta di portare un solo fiore"© IRNA
A Teheran grandi manifesti promuovono le famiglie numerose con slogan simili a questo: "La primavera non si accontenta di portare un solo fiore" © IRNA

Iran Progetti di legge che riducono le donne a macchine per produrre bambini

In Iran l’adozione di due progetti di legge potrebbe avere gravi conseguenze sulle vite delle donne che non hanno figli. I testi in discussione potrebbero infatti imporre gravi limitazioni sull’uso dei contraccettivi e sulle possibilità di accedere al mercato del lavoro. Lo rende noto Amnesty International in un rapporto pubblicato mercoledì 11 marzo 2015.

Il rapporto, You Shall Procreate: Attacks on women’s sexual and reproductive rights in Iran, passa in rassegna gli sforzi messi in atto dalle autorità iraniane per incoraggiare le gravidanze ripetute nell’ambito di una politica natalista, voluta per invertire la tendenza al calo demografico.

«Questi progetti di legge non faranno altro che consolidare delle pratiche discriminatorie e compromettere i progressi fatti in materia di diritti delle donne e delle ragazze in Iran negli ultimi decenni. Le autorità incoraggiano una cultura pericolosa che priva le donne dei loro diritti fondamentali e le considera come macchine per la riproduzione, non come esseri umani che godono di diritti e che - in nome di questi - possono fare delle scelte riguardo i propri corpi e le proprie vite », ha dichiarato Stella Jegher, esperta di diritti delle donne per la Sezione svizzera di Amnesty International.

Il primo progetto di legge (Bill 446 „to Increase Fertility Rates and Prevent Population Decline“) vieta la sterilizzazione volontaria, che sarebbe il secondo metodo di contraccezione moderno in uso in Iran – e blocca l’accesso alle informazioni riguardo la contraccezione, privando le donne della possibilità di prendere decisioni riguardo la maternità con conoscenza di causa. Queste misure vanno di pari passo con la soppressione del finanziamento statale a progetti di pianificazione famigliare e porterebbero a un aumento delle gravidanze non desiderate con un maggiore ricorso a aborti illegali e pericolosi.

La seconda proposta di legge (Bill 315 „The Comprehensive Population and Exaltation of Family“) prevede che nella ricerca di personale tutti gli organismi pubblici e privati diano la priorità, nell’ordine, a uomini sposati con figli, a uomini sposati senza figli e a donne sposate con figli. Sarebbe quindi introdotto un rafforzamento della discriminazione legata al genere che andrebbe in particolare a toccare le donne che scelgono di non sposarsi e di non avere figli, o che non possono avere figli.

«In Iran le autorità impongono già delle regole sull’abbigliamento delle donne, prendono decisioni riguardo ai loro studi e ai mestieri che possono svolgere. Ora vogliono controllare anche la sfera privata delle donne e stabilire quanti figli devono avere. Entrambe le proposte di legge devono essere respinte e le autorità iraniane devono mettere a disposizione i mezzi necessari per garantire una pianificazione famigliare di qualità, » ha affermato Stella Jegher.

Amnesty International promuove una campagna internazionale intitolata My Body, My Rights  il cui scopo principale è ricordare ai dirigenti mondiali il loro obbligo di rispettare, proteggere e concretizzare questi i diritti sessuali e riproduttivi.


Londra – Lugano, 11 marzo 2015.