Capo di stato e di governo: Didier Burkhalter
Discriminazione
A marzo, il Comitato per l’eliminazione della discriminazione razziale (Cerd) ha raccomandato al governo l’introduzione di una definizione chiara e dettagliata di discriminazione razziale diretta e indiretta, che contempli tutti i rami del diritto. Il Comitato ha inoltre chiesto al governo d’istituire un meccanismo efficace di raccolta dei dati sulla discriminazione e di adottare misure per evitare che la polizia effettui controlli d’identità, perquisizioni e altre operazioni di polizia in base alla razza o all’etnia.
A novembre, il tribunale amministrativo del cantone di St Gallo ha stabilito che il divieto per le studentesse musulmane di indossare il velo era sproporzionato.
A settembre 2013, i residenti del cantone Ticino avevano votato a favore del divieto di indossare il velo integrale ma questo non poteva entrare in vigore senza l’approvazione del parlamento federale.
Rifugiato e richiedenti asilo
La Cnpt e le Ngo nazionali hanno continuato a esprimere preoccupazione per il trattamento dei richiedenti l’asilo, tra cui le violazioni al principio del non-refoulement e l’uso della forza durante le espulsioni.
La Cnpt ha continuato a rilevare e documentare l’uso sproporzionato della forza e dei mezzi di contenimento durante le procedure d’espulsione, in particolare durante il trasferimento di persone dai centri di detenzione all’aeroporto. Per affrontare il problema delle differenze nelle pratiche adottate dalle forze di polizia regolate a livello cantonale, la Cnpt ha chiesto alla conferenza dei direttori dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia l’introduzione di prassi uniformi e regolamenti a livello nazionale. La Cnpt ha anche sollecitato un maggior rispetto del principio del miglior interesse del minore, in risposta alla pratica corrente di separare temporaneamente i bambini dai loro genitori durante i rimpatri forzati.
A maggio, l’ufficio federale della migrazione (Ufm) ha reso pubbliche le raccomandazioni di revisioni interne ed esterne, seguite all’arresto in Sri Lanka, rispettivamente a luglio e agosto 2013, di due richiedenti asilo tamil rimpatriati forzatamente dalla Svizzera. I due uomini sono stati trattenuti per diversi mesi dalle autorità singalesi e quindi trasferiti in un campo di “riabilitazione”. A settembre 2013, dopo le preoccupazioni espresse dalle Ngo, l’Ufm aveva sospeso temporaneamente i rimpatri forzati verso lo Sri Lanka, in attesa del risultato delle revisioni. Dopo un’ulteriore missione d’inchiesta delle autorità svizzere in Sri Lanka, a maggio 2014, l’Ufm ha annunciato che avrebbe sottoposto a revisione i casi di richiedenti asilo singalesi la cui domanda era stata respinta e ha ripreso i rimpatri verso il paese asiatico.
Condizioni carcerarie
Il 26 febbraio, il Tribunale federale ha stabilito che due detenuti del carcere di Champ-Dollon, a Ginevra, erano stati sottoposti a condizioni disumane che violavano l’art. 3 della Convenzione europea sui diritti umani. Per tre mesi consecutivi, i due detenuti erano stati confinati per 23 ore al giorno con altri quattro detenuti in una cella larga 23 metri quadrati, concepita per tre persone, senza poter accedere ad alcuna attività. Più di una volta, la Cnpt e le Ngo svizzere avevano sollevato preoccupazioni sul sovraffollamento nel carcere di Champ-Dollon che, a novembre ospitava 811 persone in uno spazio progettato per 376 detenuti. I disordini scoppiati nel carcere a febbraio hanno provocato il ferimento di otto agenti di custodia e di circa 30 detenuti.
Sviluppi legislativi, costituzionali o istituzionali
A marzo, il Comitato Cerd ha raccomandato la creazione di un meccanismo indipendente per garantire che le “iniziative popolari” non portino all’approvazione di leggi incompatibili con gli obblighi della Svizzera secondo il diritto internazionale dei diritti umani. I risultati di diversi referendum o “iniziative popolari” proposti dal Partito popolare svizzero non sono stati applicati a causa della loro incompatibilità con il diritto internazionale, compreso il referendum conosciuto come “iniziativa per l’espulsione”, approvato nel 2010. Questa iniziativa popolare chiedeva una modifica della costituzione per permettere l’espulsione automatica di cittadini stranieri condannati per specifici reati. Analogamente è rimasta inapplicata l’“iniziativa contro l’immigrazione di massa”, che voleva introdurre una quota annuale arbitraria di accessi di migranti.
25 febbraio 2015