Dopo il vertice dell'Onu, il 20 settembre il presidente degli Usa Barack Obama lancerà un appello ai suoi omologhi chiedendo di prendere impegni concreti per porre fine alla sofferenza dei rifugiati nel mondo: finora appelli del genere sono rimasti clamorosamente ignorati.
"Di fronte alla peggiore crisi dei rifugiati da 70 anni a questa parte, i leader mondiali stanno mostrando uno sconvolgente disprezzo per i diritti umani di persone costrette a lasciare le loro case a causa dei conflitti o della persecuzione. Sappiamo già che il vertice delle Nazioni Unite finirà con un vergognoso fallimento ed è improbabile che l'appello del presidente Obama rimetta insieme i pezzi" - ha dichiarato Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International.
Inizialmente il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, aveva proposto un Global compact sui rifugiati che avrebbe impegnato i governi ad accogliere ogni anno il 10 per cento dei rifugiati del mondo. Gli stati membri hanno svuotato la proposta di ogni contenuto, facendo in modo che non contenesse alcun obbligo ad accogliere un determinato numero di persone. In ogni caso, il Global compact sui rifugiati non verrà discusso prima del 2018. Al suo posto, gli stati membri emetteranno la "Dichiarazione di New York", contenente impegni simbolici e priva di riferimenti a una reale condivisione delle responsabilità.
"Abbiamo atteso per due anni questo vertice, in cui i leader mondiali avrebbero dovuto annunciare misure chiare e concrete per porre fine alla crisi dei rifugiati. L'Unione europea, la Russia e la Cina sono tra coloro che hanno svuotato l'ambizioso piano delle Nazioni Unite, sacrificando i diritti dei rifugiati in nome di interessi nazionali ed egoisti e perdendo una nuova opportunità per sostenere una soluzione globale alla crisi" - ha aggiunto Shetty.
"Invece di condividere le responsabilità, i leader mondiali le hanno evitate. Il vertice delle Nazioni Unite è stato sabotato da stati che hanno agito nel loro interesse, lasciando milioni di rifugiati in condizioni disperate, sull'orlo di un precipizio" - ha accusato Shetty.
"Ma quei governi devono sapere che non se la caveranno di buon grado. Gli stati membri delle Nazioni Unite hanno il dovere legale e morale di accogliere i rifugiati che hanno bisogno d'aiuto" - ha ricordato Shetty.
Il giorno dopo l'adozione dell'annacquato documento delle Nazioni Unite, il presidente degli Usa Obama ospiterà a New York un "Summit dei leader", convocato per assicurare impegni specifici da parte degli stati membri per mettere a disposizione dei rifugiati percorsi legali e sicuri, impegni finora non presi dalla maggior parte dei leader. Il presidente Obama chiederà inoltre ai leader di effettuare donazioni per aiutare i rifugiati.
Amnesty International chiede ai governi, in particolare a quelli dei paesi più ricchi, di prendere impegni urgenti - durante il Summit dei leader o nelle settimane successive - per reinsediare un numero significativamente più alto di rifugiati e mettere a loro disposizione percorsi legali e sicuri per trovare la salvezza.
"Il Summit ospitato dal presidente Obama deve rinvigorire gli sforzi per risolvere la crisi dei rifugiati, mostrando che almeno alcuni governi sono determinati ad aiutarli" - ha auspicato Shetty.
"Abbiamo disperatamente bisogno di una rapida e urgente dimostrazione di leadership da parte di un gruppo di paesi disposti ad assumersi la responsabilità di aiutare e accogliere immediatamente alcuni dei rifugiati in condizioni di maggiore vulnerabilità e di fornire ad altri visti per motivi umanitari, di lavoro o di studio" - ha sottolineato Shetty.
"Nel lungo periodo, c'è bisogno di una condivisione delle responsabilità organizzata in modo migliore, in cui gli stati si mettano d'accordo sui criteri per decidere quale percentuale di rifugiati ognuno di essi dovrà prendere sulla base della possibilità di ospitarli" - ha aggiunto Shetty.
Secondo l'Alto commissariato Onu per i rifugiati, nel mondo attualmente si trovano 21 milioni di rifugiati, solo il 14 per cento dei quali si trova nelle zone più ricche del mondo. Messi insieme, Etiopia, Kenya, Giordania, Libano, Pakistan e Turchia ospitano un terzo del totale dei rifugiati mentre le loro economie raggiungono solo l'1,6 per cento.
Attualmente, circa 100.000 rifugiati sono reinsediati ogni anno e il 90 per cento di essi in soli cinque paesi: Usa, Canada, Australia, Norvegia e Regno Unito. Amnesty International da lungo tempo sollecita i governi del mondo a fare di più per condividere la responsabilità di garantire i diritti dei rifugiati.
L'organizzazione per i diritti umani lancia questa settimana una campagna globale intitolata "I welcome", che chiede ai governi di accogliere i rifugiati. "I leader mondiali hanno completamente fallito nell'accettare una proposta destinata a proteggere i 21 milioni di rifugiati, tra i quali si trovano le persone in peggiori condizioni di vulnerabilità del mondo intero. Ma quando i leader mondiali vengono meno alle loro responsabilità, le persone di buona coscienza passano all'azione. Il cambiamento parte da tre parole: accogliamo i rifugiati" - ha concluso Shetty.