Il tanto atteso rilascio, il 17 maggio 2016 , di Chelsea Manning da un carcere militare statunitense mette fine alla punizione che le è stata inflitta per aver fatto trapelare informazioni classificate, incluso su possibili crimini di guerra commessi dall’esercito statunitense. Lo ha dichiarato Amnesty International.
“Oggi è il giorno per il quale migliaia di attivisti di Amnesty International negli USA e nel mondo hanno fatto campagna lungo tutto il crudele calvario subito da Chelsea Manning,” ha dichiarato Margaret Huang, direttrice esecutiva di Amnesty International USA.
“Il trattamenti subito da Chelsea è particolarmente ingiusto poiché nessuno è stato ritenuto responsabile per i presunti crimini che lei ha portato alla luce. Mentre celebriamo la sua liberazione, continueremo a chiedere che sia aperta un’indagine indipendente sulle potenziali violazioni dei diritti umani che ha portato alla luce, e affinché siano creati dei meccanismi di protezione per garantire che altri whistleblower come Chelsea non siano mai più oggetto di tali terribili trattamenti.”
Amnesty International ha fatto campagna per il rilascio di Chelsea Manning dal 2013, quando è stata condannata a 35 anni di carcere. Una pena ben più lunga di quelle inflitte a personale militare condannato per omicidio, stupro e crimini di guerra.
Inoltre la whistleblower dell’esercito USA è stata trattenuta per 11 mesi in detenzione predibattimento che l’inviato speciale contro la tortura delle Nazioni Unite ha ritenuto essere crudele, disumana e degradante. Era in isolamento come punizione per un tentativo di suicidio, e nel corso della sua detenzione le sono state negate le cure adeguate alla sua identità di genere.
Il suo caso è stato incluso nell’annuale campagna internazionale di Amnesty International, la Maratona di lettere, nel 2014. Nel mondo sono stati lanciati quasi 250’000 appelli per la sua liberazione.
In una lettera indirizzata allora ad Amnesty International, Chelsea Manning ha scritto: “Sostengo il lavoro che fate per proteggere le persone qualora giustizia, libertà, verità e dignità vengono negate. Credo che la trasparenza da parte del governo sia un prerequisito fondamentale per assicurare la protezione della libertà e della dignità di tutte le persone”
Dopo anni di campagna da parte di Amnesty International e altre organizzazioni, l’ex presidente USA Barack Obama ha commutato la pena di Manning prima della fine del suo mandato, nel gennaio 2017.
Questa settimana Amnesty International ha presentato la propria nuova campagna globale “BRAVE – con coraggio, per i diritti umani”, il cui obiettivo è mettere in avanti il coraggio di attivisti e whistleblowers nel mondo che spesso mettono in pericolo la propria vita per opporsi alle violazioni dei diritti umani.
“Il trattamento vendicativo imposto dalle autorità statunitensi a Chelsea Manning, dopo che ha fatto trapelare informazioni su possibili errori da parte dei militari, è un triste riflesso degli estremi ai quali le persone al potere possono arrivare per dissuadere altri dal parlare e dire la propria.”