«L’iniziativa rappresenta un attacco frontale ai diritti umani e allo Stato di diritto. La sua finalità è chiaramente la denuncia della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU) e il ritiro dal Consiglio d’Europa. Il Consiglio federale ha oggi preso l’unica decisione possibile, respingendo l’iniziativa,» ha dichiarato Alain Bovard, lobbista della Sezione svizzera di Amnesty International.
«Perché la Svizzera dovrebbe rompere gli accordi internazionali che ha concluso e mettere in gioco la propria credibilità? Questo non sarebbe nell’interesse del paese e questo il Consiglio Federale lo ha capito bene.» La Svizzera rimane un modello in materia di diritti umani. Un ritiro dalla CEDU lancerebbe un segnale pericoloso in particolare a paesi come la Turchia, la Russia o l’Ungheria nei quali i diritti umani sono già minacciati.
«L’obiettivo finale dell’iniziativa è l’abbandono della CEDU allo scopo di far cadere l’ostacolo che si frappone alle iniziative contrarie ai diritti umani. Diventerà così ancor più facile fare politica sulle spalle delle minoranze,» ha dichiarato Alain Bovard.
La campagna di Amnesty International in favore della CEDU
Affinché i cittadini e le cittadine respingano a larga maggioranza l’iniziativa per l’autodeterminazione, è necessario che la società civile si mobiliti con forza. Sostenuta da numerosi militanti volontari, Amnesty International si impegnerà nel corso di tutta la campagna in vista del voto per far sì che la popolazione capisca qual è la vera posta in gioco in materia di diritti umani e della CEDU.
«Vogliamo far capire in modo chiaro alla classe politica che il rigetto dello Stato di diritto e dei valori fondamentali della democrazia non può essere accettato dalle cittadine e dai cittadini del nostro paese,» ha affermato Alain Bovard. «Amnesty International mobiliterà tutte le proprie forze nella battaglia contro questa pericolosa iniziativa.»
Domande e risposte di Amnesty sull'iniziativa (in italiano).