Invece di partecipare alla festa del 13 ottobre al Living Room Club a Lugano, una delle oltre 200 feste di compleanno organizzate per lei in 27 paesi nel mondo, Idil trascorrerà il giorno del suo compleanno nella sezione massima sicurezza del carcere di massima sicurezza più sicuro di Turchia.
Idil, la direttrice di Amnesty International Turchia, è stata arrestata insieme ad altri nove attivisti per i diritti umani con l'assurda accusa di terrorismo. Il 12 ottobre, giovedì saranno trascorsi 100 giorni. Domenica scorsa, uno sviluppo allarmante, il pubblico ministero turco ha chiesto fino a 15 anni di carcere per il gruppo, conosciuto come "Istanbul 10". Hanno pure suggerito la stessa pena per il presidente di Amnesty Turchia, Taner Kiliç, arrestato un mese prima con un'accusa similmente assurda.
Per più di due mesi dopo il suo arresto Idil non è stata autorizzata a ricevere visite e nonostante la valanga di cartoline di auguri e messaggi che le vengono inviati, non è autorizzata a ricevere posta.
L'ambiente austero del penitenziario di Siviliri, il più grande complesso penale d'Europa, è distante anni luce da come Idil trascorrerebbe normalmente il suo compleanno. Normalmente andrebbe in uno dei suoi ristoranti preferiti, circondata da amici, per condividere buon cibo e vino per poi fare ritorno al suo accogliente appartamento e dai suoi tre amatissimi gatti.
Idil ammette che l'isolamento e molto difficile, come pure condividere una cella con un'altra donna e non poter parlare con gli altri attivisti dei diritti umani, come Özlem Dalkıran, che sono stati arrestati con lei. "Özlem è solo a tre porta da me, ma se voglio scoprire come sta devo cercare di farlo attraverso i giornali", ha spiegato lo scorso mese a Salil Shetty, che ha potuto visitarla.
Ma il morale di Idil rimane alto, “Non ho commesso alcun crimine se non la difesa dei diritti umani,” ha detto, “Il tempo trascorso in carcere mi ha convinta ancor più della necessità di battermi per i valori in cui credo. Non sono pronta a scendere a compromessi.”
Idil sa benissimo che il motivo per il quale lei ed altri difensori dei diritti umani – conosciuti come Istanbul 10 – sono dietro le sbarre, è parte di un progetto orchestrato per mettere a tacere le voci critiche in Turchia. Dal fallito colpo di Stato del luglio 2016 ci sono indagini che riguardano circa 150’000 persone.
Nell’ultimo anno oltre 180 media sono stati chiusi e circa 2’500 giornalisti e altri impiegati del settore mediatico hanno perso il proprio lavoro. Più di 140 giornalisti e professionisti del settore sono in carcere in attesa di processo.
Il dissenso è diventato pericoloso in Turchia e oggi perfino i difensori dei diritti umani sono presi di mira.
Incarcerare difensori dei diritti umani è una mossa voluta per mandare un messaggio chiaro: il dissenso non è tollerato in Turchia. Ma il coraggio di Idil e dei suoi colleghi, e il sostegno che hanno ricevuto in giro nel mondo, ha mandato un messaggio ben più chiaro: le voci critiche non possono mettere a tacere.
Nei prossimi giorni, e il 14 ottobre in particolare, ci saranno feste di compleanno in diverse città in giro per il mondo – dal Parlamento europeo a una finta cella, costruita a Madrid. Delle sagome di Idil in dimensione reale frequenteranno le feste così da evidenziare la sua assenza.
Idil non ha mai ambito alla celebrità. A motivare il suo impegno è il desiderio di aver un impatto positivo sulla vita delle persone ed aumentare la consapevolezza dell’importanza dei diritti umani in Turchia.
In una lettera scritta ai suoi sostenitori lo scorso mese, Idil era come sempre di buon umore pur ammettendo: “Mi manca la musica, i miei gatti, trascorrere tempo con i miei amici e il mio lavoro”.
In occasione del suo compleanno migliaia di persone nel mondo penseranno a Idil e insieme le rivolgeranno un augurio. Il loro desiderio è che le autorità turche liberino Idil e i suoi colleghi immediatamente e senza condizioni, mettendo fine al duro giro di vite seguito al fallito colpo di stato, che sta mettendo in ginocchio il paese.