Le violazioni del diritto internazionale e i danni causati alle persone colpite divieto di viaggio imposto dal presidente degli Stati Uniti nei pochi giorni durante i quali è già stato in vigore sono documentati dalla ricerca “La mia famiglia era sotto shock – I danni provocati dal decreto del presidente Trump sul divieto di viaggio negli Usa”.
Il documento, redatto insieme al CLEAR Project (Creating Law Enforcement Accountability & Responsibility) della Facoltà di Giurisprudenza della City University di New York, spiega come il divieto di viaggio imposto dal presidente Trump sia contrario al diritto internazionale dei diritti umani in quanto viola trattati che gli Usa sono obbligati a rispettare.
Basato su 30 interviste, il documento illustra i costi umani della misura intrisa di fanatismo anti-islamico voluta dall’amministrazione Trump: famiglie separate, progetti coltivati a lungo bruscamente interrotti, enorme sofferenza emotiva.
“Non ce la faccio più ad aspettare. Tutto ciò che chiedo è vivere in un posto sicuro.”
Una rifugiata transessuale iraniana che aspetta da due anni il reinsediamento negli Usa vive in una situazione di continua violenza e intimidazione.
"È stata una scelta estremamente crudele, ma siamo stati costretti a prenderla"
Temendo che alla sua famiglia venisse impedito per sempre di entrare negli Usa a causa della sua cittadinanza yemenita, Baraa H. (non è il suo vero nome) e sua moglie hanno lasciato la loro piccola figlia presso amici in Malesia.
“È stato un tormento per entrambi: non sapevamo come sarebbe andata a finire"
Un dottore sudanese specializzando in medicina interna ha lasciato la moglie e il figlio di quattro mesi negli Emirati arabi uniti temendo che sarebbe rimasto bloccato lì per mesi.
“La cosa peggiore era questo turbamento emotivo. Era come sentire che non importava più chi fossi, cosa avessi fatto d’importante nella tua vita: eri comunque etichettata come qualcosa di negativo”
Una donna siriana cui inizialmente era stato impedito di viaggiare negli Usa ricorda l’ansia e la sofferenza provocate dal “muslim ban”.
“Una cosa sconvolgente. Improvvisamente da sentirmi americano mi sono sentito un invasore del mio stesso paese. Come se il mio paese non mi volesse. Come se avrebbero potuto togliermi la cittadinanza a loro piacimento”
Un cittadino statunitense di origine iraniana, residente negli Usa da quando aveva otto anni.
Muslim ban – Il possibile ritorno
Oltre a documentare gli effetti provocati dal primo decreto del presidente Trump, il documento di Amnesty International e CLEAR Project descrive la situazione delle persone ancora in attesa di ricevere il visto per entrare negli Usa, alcune delle quali subirebbero danni irreparabili se il giudizio d’appello riconoscesse la costituzionalità del secondo decreto.
La Corte degli appelli del IX Circuito esamina il secondo decreto lunedì 15 maggio; quattro giorni dopo è la volta della Corte degli appelli del IV Circuito in un giudizio distinto. Insieme a un gruppo di docenti di giurisprudenza e ad alcune organizzazioni non governative, Amnesty International ha presentato un “amicus curiae” a entrambe le corti.
Muslim ban – Le dichiarazioni
“Il decreto del presidente Trump ha separato famiglie e trasmesso un messaggio di fanatismo e intolleranza. Questo divieto dannoso e discriminatorio necessita del più rigoroso esame giudiziario”, ha dichiarato in una nota ufficiale Joanne Mariner, Alta consulente per la risposta alle crisi di Amnesty International.
“Quel decreto è stato un palese tentativo di trasformare in legge la discriminazione contro i musulmani. I tribunali continuano a pronunciarsi contro ma è il Congresso ad avere il potere di bloccarlo per sempre emanando una legge che lo annulli. Le persone e le famiglie che vivono nel caos e nell’incertezza non possono attendere”, ha commentato Margaret Huang, direttrice generale di Amnesty International Usa.
“Se gli verrà consentito di entrare in vigore, il decreto sul divieto di viaggio infliggerà terribile sofferenza ad alcune tra le persone più vulnerabili del mondo. Finora, le corti hanno fatto benissimo a bloccare questa politica vergognosa”, ha concluso Mariner.