Secondo il diritto internazionale il traffico di migranti implica di trarre un beneficio materiale o finanziario, non morale.
Sempre secondo le regole internazionali, alle quali le autorità svizzere sono legate, lo Stato deve mettere in atto tutte le misure necessarie per proteggere persone o associazioni che operano nella protezione dei diritti umani e ne denunciano le violazioni.
Nel proprio rapporto “Hotspot Italia: come le politiche dell’Unione europea portano a violazioni dei diritti di rifugiati e migranti”, pubblicato nel novembre 2016, Amnesty International ha esposto le pressioni da parte dell’Unione Europea (UE) volte a incitare l’Italia ad inasprire il tono nei confronti delle persone rifugiate e migranti. Pressioni che sono sfociate in espulsioni illegali e maltrattamenti suscettibili di costituire, in alcuni casi, atti di tortura.
Nonostante le carenze del sistema d’asilo italiano denunciate da Amnesty International, le organizzazioni della società civile hanno indicato che nel corso della seconda metà del 2016 le autorità svizzere hanno proceduto a dei rinvii forzati illegali verso l’Italia che riguarderebbero diverse migliaia di richiedenti asilo, tra i quali diverse centinaia di minori non accompagnati. Un certo numero di queste persone avevano dei parenti residenti in Svizzera.
In questo contesto, Amnesty International è preoccupata dalla sentenza del Tribunale penale di Bellinzona di oggi, 28 settembre 2017, che riconosce Lisa Bosia Mirra colpevole di incitamento ripetuto all’entrata illegale e la condanna a pena pecuniaria sospesa. Un verdetto che apre la strada alla condanna di numerose persone la cui sola motivazione è portare assistenza alle persone migranti e rifugiate senza altra contropartita se non vedere rispettati i diritti umani.
“Né trafficante, né delinquente, Lisa Bosia Mirra è prima di tutto un difensore dei diritti umani”, ha sottolineato Denise Graf, esperta asilo per Amnesty International in Svizzera. “Infatti si è trattato proprio di proteggere i diritti violati di minorenni e di altre persone vulnerabili che erano confrontate all’inazione, alle mancanze e perfino alle violazioni degli stessi diritti, da parte dalle autorità svizzere e italiane.”
Lisa Bosia Mirra - con la sua piccola associazione Firdaus - ha portato assistenza ai migranti che si trovavano bloccati nel parco davanti alla stazione San Giovanni a Como a causa dei controlli di frontiera sistematici introdotti dalle autorità svizzere. Un aiuto sotto forma di cibo e di costituzione di dossier per i minori non accompagnati in vista di una loro entrata in Svizzera, contattando le loro famiglie in Svizzera, e un sostegno a delle persone particolarmente vulnerabili per entrare in Svizzera o attraversarla per raggiungere la Germania.