L'accesso all'acqua è un problema importante per i rifugiati provenienti dal Sud Sudan accolti dall'Uganda. © Amnesty International
L'accesso all'acqua è un problema importante per i rifugiati provenienti dal Sud Sudan accolti dall'Uganda. © Amnesty International

Uganda Quasi un milione di rifugiati sudanesi abbandonati, aiuti internazionali insufficenti

19 giugno 2017
Alla vigilia del vertice ad alto livello dei paesi donatori che si terrà nella capitale ugandese Kampala, Amnesty International ha denunciato l'assenza di sostegno all'Uganda che deve far fronte a oltre 900.000 rifugiati fuggiti dal brutale conflitto del Sud Sudan, almeno l'86 per cento dei quali sono donne e bambini. L'insufficienza dei finanziamenti da parte dei paesi donatori fa sì che molti di loro non ricevano acqua né cibo e non abbiamo un riparo.

"L'Uganda continua a dimostrarsi accogliente e generosa, in un periodo nel quale molti paesi stanno chiudendo i loro confini ai rifugiati, ma è sottoposta a un onere incredibile dal momento che, mentre i fondi mancano, ogni giorno arrivano altre migliaia di sud sudanesi", ha dichiarato Muthoni Wanyeki, direttore di Amnesty International per l'Africa orientale, il Corno d'Africa e la regione dei Grandi laghi.

"I paesi donatori, come Usa, Canada, Cina, Giappone e gli stati membri dell'Unione europea, devono raddoppiare gli sforzi nei confronti dell'Uganda assicurando l'erogazione tempestiva di fondi per i bisogni immediati e a lungo termine dei rifugiati, che non devono diventare le nuove vittime del fallimento collettivo e vergognoso della cooperazione internazionale", ha aggiunto Wanyeki.

Ricercatori di Amnesty International hanno visitato i campi per rifugiati di quattro province settentrionali dell'Uganda - Adjumani, Moyo, Yumbe e Arua - verificando coi loro occhi l'impatto della mancanza di fondi. C'è assoluta mancanza di cibo, acqua, ripari e altri servizi di prima necessità. Il sostegno ai più vulnerabili, come i minori non accompagnati, le persone anziane e quelle con disabilità, è profondamente insufficiente.

Torture, uccisioni e stupri in Sud Sudan
I rifugiati che si trovano in Uganda sono fuggiti nel corso di alcuni tra i peggiori picchi di violenza che hanno colpito la regione meridionale di Equatoria da quando, nel dicembre 2013, è iniziato il conflitto del Sud Sudan.

Amnesty International ha parlato con oltre 80 rifugiati, i quali hanno fornito dettagli orribili di torture, uccisioni indiscriminate, stupri e saccheggi.
Joyce, 37 anni, ha assistito alla morte per accoltellamento del marito: "Lo hanno arrestato e, senza usare neanche una pallottola, lo hanno accoltellato tante volte fino a quando è morto".

Jane, 28 anni, è stata stuprata da tre uomini in uniforme: "Sono entrati in casa, hanno ucciso mio marito e poi mi hanno stuprata".

Patrick, 19 anni, è stato detenuto insieme al fratello in un container all'interno dell'accampamento militare di Nyepo: "Ogni notte ci prelevavano, uno a uno. Ci bendavano, ci interrogavano e ci torturavano. Avevano delle pinze, con cui ci stringevano e giravano le dita".

Patrick è riuscito a fuggire ma non ha più notizie del fratello.

L'assistenza a lungo termine, così necessaria a chi ha subito traumi enormi, non è disponibile a causa della mancanza di fondi.

A maggio, era stato fornito all'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) solo il 18 per cento dei fondi richiesti. Da allora l'Unhcr, il Programma alimentare mondiale e 57 agenzie per l'aiuto umanitario hanno sollecitato oltre 4,1 miliardi di dollari, necessari per poter fornire assistenza vitale fino alla fine del 2017.

"Nonostante questa disperata situazione e i molteplici appelli dell'Uganda e delle Nazioni Unite per aumentare i fondi, i paesi donatori non stanno rispondendo. Non condividere le responsabilità con l'Uganda significa far venir meno la protezione a migliaia di rifugiati, in violazione di un preciso obbligo di diritto internazionale. Il vertice di Kampala è un'occasione per cambiare le cose", ha concluso Wanyeki.

Ulteriori informazioni
La legislazione ugandese in materia di rifugiati è una delle più avanzate del mondo. I rifugiati hanno una certa libertà di movimento, accesso a servizi di base come la salute e l'educazione e possono lavorare, anche in proprio.

Il vertice Uganda Solidarity Summit on Refugees si terrà il 22 e 23 giugno a di Kampala.

Il conflitto del Sud Sudan è scoppiato nel dicembre 2013 dopo che il presidente Salva Kiir ha accusato il suo allora vice Riek Machar di aver tramato un colpo di stato. I vari successivi tentativi di negoziare la pace sono falliti e la violenza etnica è immediatamente ripresa.

Il conflitto sta avendo conseguenze devastanti sui civili, tra cui la carestia, ed è persino ipotizzabile un genocidio. Quella dei sud sudanesi è la più ampia crisi dei rifugiati del continente africano e la terza nel mondo, dopo quella di siriani e afgani.