Terzo Esame Periodico Universale della Svizzera Mettere in atto le raccomandazioni !

Comunicato stampa - 9 novembre 2017
La Svizzera ha ricevuto oggi 250 raccomandazioni da parte degli altri Stati nell’ambito del 3° ciclo dell’Esame Periodico Universale (EPU). Amnesty International attende ora non solo che il nostro governo accetti un gran numero di queste raccomandazioni, ma anche che le metta in atto e concretizzi i suoi impegni.

La Svizzera, anche se è buona allieva in materia di diritti umani e che ha ricevuto numerosi complimenti, ha ricevuto circa 250 raccomandazioni da parte degli altri Stati. “È la dimostrazione che dei progressi possono ancora esser fatti!”, ha commentato Manon Schick, direttrice della Sezione svizzera di Amnesty International. “Non è sufficiente che la Svizzera accetti le raccomandazioni che sono formulate, ma deve soprattutto metterle in atto e concretizzare gli impegni presi.”

Numerose raccomandazioni fatte oggi erano già state formulate ed accettate in occasione del ciclo precedente dell’EPU. Le ONG attendono oggi di vedere quali raccomandazioni tra le 250 ricevute oggi saranno accettate dalla Svizzera e quali saranno rifiutate. In seguito, il ruolo delle ONG sarà di verificare che, nel corso dei prossimi quattro anni, la Confederazione rispetti gli impegni presi accettando, almeno così auspicano le ONG, un gran numero di raccomandazioni.

Rivendicazioni delle ONG

“Siamo particolarmente soddisfatti da questo terzo ciclo dell’EPU e abbiamo l’impressione che la società civile è stata meglio ascoltata rispetto ai due cicli precedenti”, ha sottolineato Manon Schick. Numerose raccomandazioni formulate da Amnesty e dalla società civile sono state riprese dagli Stati, in particolare nell’ambito delle discriminazioni che perdurano nel nostro paese, dell’assenza di un’Istituzione nazionale per i diritti umani conforme ai Principî di Parigi, delle iniziative popolari contrarie ai diritti umani o ancora le disuguaglianze salariali e la bassa partecipazione delle donne al processo decisionale nel paese.

Asilo

Amnesty International aveva sperato in una posizione generale più critica in materia di asilo e migrazione. È probabile che la situazione difficile che prevale in tutta Europa in questo ambito abbia portato gli Stati a non mostrarsi troppo critici per paura di vedersi rinfacciare le stesse osservazioni.

Istituzione nazionale

Il fatto che numerose raccomandazioni vertano sulla creazione di un’Istituzione nazionale per i diritti umani indipendente mostra che gli Stati non credono molto nel progetto di legge del Consiglio federale e condividono i timori della società civile che questa non sfoci in un’istituzione che corrisponde pienamente ai Principî di Parigi.

Iniziative contrarie ai diritti umani

Numerose raccomandazioni mostrano che la Svizzera non può continuare a prendersi gioco della comunità internazionale sottoponendo al voto popolare delle norme contrarie ai principî stessi del diritto. C’è da temere che il Consiglio federale respinga queste raccomandazioni, che rimangono comunque sul tavolo e puntano il dito contro la Svizzera.

Uguaglianza di genere

È positivo notare che numerosi paesi di tutti i continenti hanno formulato delle raccomandazioni che incitano la Svizzera a ridurre lo scarto salariale tra uomini e donne, e a rafforzare la posizione delle donne negli organi decisionali sia in politica che in economia.

Discriminazioni

All’incirca una delegazione su due ha menzionato in un modo o in un altro la questione delle discriminazioni. Donne, persone LGBTI, portatori di handicap, migranti e altri ancora sono regolarmente percepiti come discriminati. Questo mostra a che punto siano necessari sforzi più importanti, sia a livello legislativo sia a livello di informazione e formazione