Il governo turco non garantisce alcuna protezione legale ai rifugiati, come richiesto dalla Convenzione di Ginevra. Il principio del non-refoulement non è rispettato. © Amnesty International/ Olga Stefatou
Il governo turco non garantisce alcuna protezione legale ai rifugiati, come richiesto dalla Convenzione di Ginevra. Il principio del non-refoulement non è rispettato. © Amnesty International/ Olga Stefatou

Svizzera-Turchia Un accordo di riammissione è inaccettabile.

20 gennaio 2017
La Sezione svizzera di Amnesty International è preoccupata dalla conclusione dei negoziati per un accordo di riammissione tra Svizzera e Turchia.

«Vista la situazione attuale dei diritti umani nel paese, la Svizzera non può permettersi di firmare un accordo di riammissione con la Turchia. Il rischio è troppo grande che il nostro paese diventi corresponsabile di violazioni dei diritti umani. La Turchia non è un paese terzo sicuro nel quale è possibile rinviare i richiedenti asilo,» ha dichiarato Denise Graf, coordinatrice asilo per Amnesty International Svizzera.

La Turchia non ha un sistema di asilo degno di questo nome. I bisogni di oltre tre milioni di richiedenti asilo e rifugiati che conta questo paese non sono sufficientemente presi a carico. La Turchia non accorda loro una protezione conforme alla Convenzione di Gnevra e non rispetta il principio del non-refoulement. Amnesty International ha documentato dei casi di rifugiati siriani e afghani rinviati in zone di guerra dalla Turchia. Il destino dei richiedenti asilo che vengono ringiati verso la Turchia è una fonte di preoccupazione. Agli osservatori indipendenti viene rifiutati l’accesso ai centri chiusi per rifugiati e per migranti.

Inoltre la situazione dei diritti umani nel paese è notevolmente deteriorata dal tentativo di colpo di Stato dell’estate 2016. La Turchia reprime le voci critiche nel paese e ha incarcerato o accusato migliaia di presunti oppositori al regine – tra questi giornalisti, militanti per i diritti umani e appartenenti alla minoranza curda. Amnesty International ha pure ricevuto testimonianze credibili di impiego della tortura nelle prigioni turche dopo il colpo di Stato.